Montevergine per ritrovarsi nel segno della fede e della serenità, quella che l’Avellino, società e tifosi vogliono ritrovare dopo lo tsunami sollevato dal’inchiesta Money Gate che secondo le Procura di Palmi e Federale, vedrebbe coinvolti i vertici del club irpino e del Catanzaro di Cosentino. Accuse che mentre la squadra sale il grande scalone per la foto di rito, Walter Taccone smentisce davanti a microfoni e taccuini e rivela: «Voglio essere sentito dai magistrati, non dobbiamo dimostrare nulla perché non c’è nulla. Il presidente del Catanzaro ha ribadito che non ci siamo mai visti se non cinque minuti prima della gara; se nelle intercettazioni qualcuno parla di amici, dico: il mio telefono è sotto controllo da sempre, vedessero se sono intercorse chiamate, si scoprirebbe che non ci siamo mai sentiti nemmeno per scambiarci gli auguri». «Il mio interesse – conclude – è non voler arrivare a fare nessuna causa; vedrò se è possibile, di togliere il nome dell’Avellino da questa situazione prima di eventuali processi o deferimenti».
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