Dopo la batosta di domenica sera in casa con la Salernitana, il clima di veleni e accuse, le porte chiuse e i silenzi, i tifosi riabbracciano Novellino e i suoi uomini. A Montoro per l’inaugurazione del club «I briganti» arriva tutto lo stato maggiore: da Enzo de Vito a Massimiliano e Walter Taccone fino al tecnico ed al suo staff, accolti dal sindaco Mario Bianchino e dal giudice Giovan Francesco Fiore, grandissimo tifoso dei lupi. Ci sono anche Luca Lezzerini e Marco Migliorini che all’inizio, di fronte alla folla di persone che li aspettano sono quasi intimiditi ed impauriti, tranne poi sciogliersi davanti alla richiesta di autografi e selfie. Unità è la parola reclamata anche dal leader della curva Franco Iannuzzi. «La cicatrice per quello che è successo domenica resta, ma noi amiamo l’Avellino a prescindere. È nostro e lo sarà sempre». Novellino chiede di nuovo scusa e ripete un concetto. «Il conto al ristorante si paga alla fine. Sappiamo di avervi dato un grande dolore e per questo speriamo di potervi regalare presto nuove soddisfazioni». Concetto ribadito anche da Marco Migliorini. «Come voi anche noi calciatori non ci siamo ancora ripresi dalla sconfitta del derby, ma la vostra carica e il vostro affetto ci riempiono di orgoglio e di sete di riscatto». Il presidente Walter Taccone fa i complimenti agli aficionados di Montoro. «Loro sono i veri tifosi e lo dimostra il modo in cui ci hanno accolto. Abbiamo perso una partita che rimarrà in negativo nella storia dell’Avellino, ma non posso colpevolizzare nessuno. Forse ci siamo sentiti troppo forti sul due a zero e abbiamo peccato di convinzione. Noi comunque siamo una squadra dedita all’attacco. Questo voglio ribadirlo e alla fine siamo stati condannati dalla paura di vincere». Sulle accuse pesanti dei giorni scorsi il presidente è chiarissimo. «Sento di scommesse anomale e altro. Chi dice queste cose non ama l’Avellino, non ama la città nella quale vive e fa solo danni. È una pazzia sconsiderata. Assurda. Sono illazioni immotivate». Una battuta su Minala e sulla sua esultanza irrispettosa dopo il 2-3 è obbligatoria. «È stato un gesto sconsiderato che avrebbe potuto scatenare un finimondo». Ora però Taccone si aspetta una reazione. «L’Avellino non è morto, riprenderà presto il cammino intrapreso. Non siamo da primato, ma ricordo che quando siamo saliti in serie B non abbiamo mai fatto un campionato di vertice, mi aspetto lo stesso anche quest’anno». Intanto al Partenio Lombardi le porte continuano ad essere rigorosamente chiuse. Il lavoro di Walter Novellino e del suo staff è, appunto, sulla testa della squadra oltre che sotto l’aspetto tecnico. Il recupero di Morosini per sabato a Pescara appare difficile: l’ex Brescia risente ancora di un leggero fastidio al polpaccio destro e dunque non sarà rischiato dall’inizio. Nelle prossime ore l’allenatore di Montemarano deciderà se portarlo in panchina oppure no. Al fianco di Matteo Ardemagni, a secco di gol da ben tre giornate, ci sarà Raul Asencio, nella logica della alternanza e nella gestione di Gigi Castaldo, che di certo non ha più venti anni. Le reti da realizzare, ma anche quelle da non prendere. Il sostituto naturale di Migliorini in difesa appare Suagher, con Marchizza che dovrà ancora aspettare il suo momento. A centrocampo i maggiori dubbi: in rampa di lancio c’è Federico Moretti che potrebbe prendere il posto di uno tra Di Tacchio e D’Angelo.
Articolo pubblicato il giorno 19 Ottobre 2017 - 09:16