Arzano. Comune, di nuovo l’ombra della commissione d’Accesso. Dopo l’interrogazione parlamentare del senatore Bartolomeo Pepe su cemento & camorra, Procura e Prefettura avrebbero acceso ancor di più i riflettori.
Occhi puntati sulle mancate indagini in merito alla concessione citata negli atti dello scioglimento del 2015 e rilasciata, secondo il Ministro degli Interni, ad una società di cui uno dei tecnici sarebbe risultato stato vicino ad ambienti camorristici. E sulla cui legittimità la commissione d’Accesso aveva già decretato la nullità dell’atto.
Una denuncia in piena regola quella del senatore della Repubblica e alla quale l’amministrazione potrebbe essere chiamate a dare delucidazioni nel merito, visto che alcuni atti di gestione sarebbero proprio ad appannaggio della politica. Intanto l’edilizia procede spedita, e nel 2013 qualcuno dal comune avrebbe anche dimenticato dopo l’accertamento di abusi edilizi in via Umberto, ad emettere apposita ordinanza di abbattimento e consequenziali atti di controllo sul ripristino dello stato dei luoghi per un mini appartamento costruito nel giardino di casa. Insomma, al comune si va di male in peggio, e se dovessero trovare riscontro i fatti denunciati in maniera documentata dal parlamentare, ci troveremo di fronte al pericolose derive giudiziarie.
“Appare strano – ha eccepito l’interrogante nella suo atto ispettivo -, che in nessun atto emergano indagini degli organi preposti in merito alla legittimità della concessione ritenuta dalla commissione d’accesso, uno dei motivi determinanti dello scioglimento per camorra. Infatti, nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nr. 115 del 20 maggio 2015, veniva evidenziato che: Ulteriore elemento di concretezza evidenziato dalla commissione d’accesso riguarda la vicenda del frazionamento di un’area di proprietà del gruppo immobiliare Arzano, riconducibile allo stretto collaboratore del sindaco (R. S.), di cui si è già riferito, il quale per altro risulta, secondo quanto emerge dalla relazione prefettizia, in stabili contatti con ambienti legati alla criminalità organizzata e in particolare al clan egemone.
Attraverso il frazionamento del terreno in lotti e la cessione di quote societarie tra aziende collegate, è stata inequivocabilmente realizzata una lottizzazione abusiva cartolare, tollerata dall’amministrazione comunale che, ancora una volta, non ha disposto i dovuti controlli finalizzati all’adozione dei provvedimenti di demolizione.
Ancor più grave la circostanza che la stessa società abbia ottenuto un’autorizzazione per lo svolgimento di attività’ commerciale (SUAP), prima di quella edilizia, e quindi in assenza dei presupposti di legge. “Significativa, appare, secondo l’interrogante, la rimozione, cosi come evidenziato da articoli di stampa, a seguito di decreto del sindaco Fiorella Esposito, del capo settore dell’ufficio urbanistica Gennaro D’Auria, che con le sue denunce nel 2016 aveva decretato l’arresto di alcuni vigili urbani e posto un argine concreto alle tante speculazioni edilizie. Denunce tanto forti da finire vittima di un agguato di stampo mafioso fin sotto la casa comunale.
Difatti, l’ente, pur disponendo di figure in sostituzione di D’Auria, ha proceduto alla nomina di un tecnico esterno; alla luce dei fatti emersi ed alle presunte ingerenze di cordate di imprenditori che starebbero ponendo in essere alcune riconversioni di aree in via Sensale e via Colombo, e la riconversione di una fabbrica denominata ex Campanile, e alcuni capannoni dismessi in via Atellana”. Insomma, l’Antimafia è dietro l’angolo.
Articolo pubblicato il giorno 23 Ottobre 2017 - 09:13