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Diventò noto negli anni Ottanta per essere stato il primo portiere di una squadra di calcio italiana a parare un rifore a Diego Armando Maradona quando el Pibe giocava nel Napoli. Oggi Renato Copparoni è salito di uno agli onori della cronaca perché finito agli arresti domiciliari per un’inchiesta che riguarda il comune di Quartu sant’Elena in Sardegna. Per Renato Copparoni, oggi 64enne, quella parata e’ stata probabilmente il momento piu’ alto di una carriera trascorsa soprattutto in panchina tra Cagliari, Torino e Verona. Il picco inverso l’ha toccato invece oggi, quando e’ stato arrestato con l’accusa di corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti truccati in Sardegna. In particolare, Copparoni avrebbe fatto da intermediario per una tangente da 135 mila euro per l’appalto per la realizzazione di un impianto di energia rinnovabile a Ottana (Nuoro) per un valore di 9,5 milioni. Finora, nel suo calendario personale, la data fatidica era il 2 marzo 1986, quando si giocava l’ottava giornata di ritorno del campionato di serie A. Al San Paolo si affrontavano Napoli e Torino, con i granata sotto di 3 gol dopo essere passati in vantaggio, quando l’arbitro Magni assegno’ un rigore ai padroni di casa. Sul dischetto Maradona, che mai fino ad allora aveva fallito un penalty in Italia. Copparoni, che era cresciuto calcisticamente nel Cagliari, all’ombra di Albertosi e Reginato, si mosse soltanto all’ultimo, deviando in angolo il tiro del numero dieci. Fu il momento migliore del numero uno, che in quella stagione difese 21 volte la porta del Toro per un infortunio del primo portiere, Silvano Martina, attuale procuratore di Buffon. In granata dal 1978 al 1987, dopo cinque stagioni al Cagliari con cui aveva debuttato in serie A, l’anno dopo fini’ al Verona, dove chiuse la carriera dopo una sola stagione.
Articolo pubblicato il giorno 3 Ottobre 2017 - 16:13