Nella Cappella Palatina di Castel Nuovo, si apre a Napoli domani 11 ottobre, una delle più importanti personali mai dedicate ad Antonio Ligabue. Oltre ottanta opere, di cui cinquantadue oli, sette sculture in bronzo, una sezione dedicata alla produzione grafica con otto disegni e quattro incisioni, una sezione introduttiva sulla sua incredibile vicenda umana e le immagini del celebre documentario di Raffaele Andreassi girato nel 1960. La mostra, aperta fino al 28 gennaio, si arricchisce con nuovi prestiti da collezioni private rispetto ai recenti allestimenti di Palermo e Roma ed è promossa dal Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo, con la collaborazione della Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri e con l’organizzazione generale di C.O.R Creare Organizzare Realizzare, curatori Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, massimi esperti dell’opera dell’artista. Il percorso di Ligabue (personalità divenuta nota al grande pubblico grazie allo sceneggiato Rai di Salvatore Nocita del 1977, protagonista Flavio Bucci) artista che riscattò grazie all’innato talento una vita di emarginazione e disagio psichico, è raccontato in tre periodi, a partire dagli anni ’20. Molte sono le opere dedicate gli animali esotici ma anche quelli vicini all’uomo, nella vita domestica e nel lavoro dei campi, studiati dall’artista nella anatomia e nelle posture tipiche della caccia desunte dall’osservazione diretta e da varie fonti iconografiche, come le figurine Liebig. In molti dei suoi paesaggi padani irrompono, sullo sfondo, raffigurazioni assolutamente reali dei castelli e delle case della natia Svizzera, immagini di quelle radici che tenacemente conservava nella sua memoria. Gli straordinari autoritratti, infine, rappresentano un’orgogliosa dichiarazione del suo valore di artista e della sua identità di persona spesso dileggiata e irrisa e l’impietosa descrizione dei tratti del suo volto, segnati da sentimenti di solitudine e disagio esistenziale. ”Ligabue esordisce come pittore primitivo, ingenuo, qualcuno lo ha definito naif – ha raccontato Sergio Negri – io credo sia un errore: basta dare uno sguardo al suo curriculum, all’evoluzione della sua opera, che da una fase iniziale un po’ incerta man mano cresce, fino a diventare quello che oggi possiamo ammirare qui”. “Sono molto orgoglioso di questa mostra a Napoli, una delle capitali dell’avanguardia artistica. Ligabue è un personaggio emblema di chi sa resistere e si riscatta attraverso la pittura”, ha sottolineato Parmiggiani. “L’esposizione offre l’irripetibile occasione per conoscere l’opera di un grande” dichiara Alessandro Nicosia, presidente di C.O.R “Abbiamo destinato la Cappella Palatina a ospitare esposizioni importanti – ha ricordato Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – decidendo di portare all’interno del Museo Civico, grandi esperienze artistiche e proponendo Castel Nuovo come uno dei luoghi centrali della vita culturale napoletana”.
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