Se padre e madre sono in disaccordo sull’opportunità o meno di sottoporre il figlio a dosi di richiamo di vaccini già somministrati, la scelta più corretta è quella “conforme all’opinione scientifica largamente dominante” e, come già risolto dalla “stragrande maggioranza della giurisprudenza di merito”, va rimessa “al pediatra di base”. Si esprime così la Corte d’Appello di NAPOLI sezione persona, famiglia e minori, pronunciandosi sul ricorso presentato dalla madre di un bambino di 7 anni contro la decisione del Tribunale per i minorenni di NAPOLI, che aveva “affievolito la responsabilità genitoriale della donna” relativamente alla somministrazione di ulteriori dosi vaccinali da eseguirsi a cura del padre, ex marito della donna e intenzionato a sottoporre il bimbo ai richiami vaccinali. I giudici ricordano di essere chiamati “semplicemente a valutare tra due opzioni, sostenute rispettivamente dal padre e dalla madre” in merito all’opportunità di sottoporre il bambino a dosi di richiamo di vaccini già somministrati”, e di ritenere, come già a suo tempo il Tribunale dei Minorenni, “più corretta la scelta conforme all’opinione scientifica largamente dominante”, questo “senza nulla togliere a teorie minoritarie e a lavori scientifici sperimentali”.
La pediatra di base inoltre “ha preso la netta posizione sull’opportunità delle vaccinazioni e sull’inesistenza di alcun rischio rispetto ai disturbi neurologici” paventati dalla madre. Alla luce di ciò il Tribunale, sottolinea la Corte d’Appello, “non ha imposto le vaccinazioni, ma ha semplicemente lasciato al padre la decisione finale”; il padre ha quindi facoltà di sottoporre il bambino alle vaccinazioni “anche senza il consenso della madre”, così come “ha facoltà di rimandarle o di cambiare idea”.
Articolo pubblicato il giorno 25 Settembre 2017 - 18:55