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Truffe agli anziani: tredici condannati della banda dei fratelli Varriale

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Si e’ concluso con 13 condanne ed un’assoluzione, al tribunale di Santa Maria Capua Vetere , il processo con rito abbreviato a carico dei componenti dell’organizzazione ritenuta responsabile di decine di truffe ai danni di persone anziane. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – indagini del procuratore aggiunto Antonio D’Amato e del sostituto Antonella Cantiello – porto’ nel giugno scorso a 15 arresti da parte dei carabinieri della Compagnia di Caserta. Oggi la sentenza conferma quanto accertato dagli inquirenti. La banda, e’ emerso, era specializzata in truffe ai danni di anziani che spesso vivevano da soli. Le vittime venivano seguite dai membri del gruppo che ne studiavano cosi’ le abitudini e le relazioni con parenti e vicini; la fase successiva consisteva nel mettersi in contatto con la vittima designata. Il truffatore si spacciava per nipote dell’anziano, cui chiedeva di preparare dei soldi perche’ di li’ a poco sarebbe arrivato un corriere per la consegna di un prodotto da pagare.

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A capo del gruppo, hanno accertato gli inquirenti, c’erano i fratelli Vincenzo e Gennaro Varriale, cui vengono contestate in totale 39 truffe (rispettivamente 33 il primo, 6 il secondo), Vincenzo Giannetti (13 truffe) e Ciro Ruggiero (26 truffe). Collaudato il modus operandi, emerso negli ultimi mesi in seguito ai cinque arresti in flagranza effettuati dai carabinieri, che sono riusciti ad evitare che alcuni raggiri venissero consumati. Le vittime venivano seguite dai membri del gruppo che ne studiavano cosi’ le abitudini e le relazioni con parenti e vicini; la fase successiva consisteva nel mettersi in contatto con la vittima designata. Il truffatore si spacciava per nipote dell’anziano, cui chiedeva di preparare dei soldi perche’ di li’ a poco sarebbe arrivato un corriere per la consegna di un prodotto da pagare. Emblematica una telefonata intercettata dai carabinieri guidati dal capitano Andrea Cinus. “Nonna – diceva il truffatore – preparami 1500 euro, quindici volte 100” specificava l’uomo visto che l’anziana non aveva sentito bene. “Non ce li hai? Allora prendi tutti gli oggetti d’oro che quelli vengono a prenderseli; poi oggi passo io, do i soldi e mi riprendo i gioielli”, aggiungeva. Dopo questa prima telefonata, arrivava poco dopo quella del falso corriere espresso, ovvero un altro componente del gruppo che carpiva in tal modo l’indirizzo preciso e si presentava a casa della vittima consegnando un pacco contenente solitamente bagnoschiuma, calzini, o prodotti informatici come il mouse. In altre circostanze alle vittime sono state fatte richieste di denaro fino a 3000 euro; e’ inoltre emerso che gli indagati sono stati in grado di sospendere temporaneamente il traffico telefonico delle vittime per evitare che avvertissero altri parenti. Nei mesi scorsi, a gennaio, rimase vittime della truffa anche la 79enne vedova dell’ex sindaco di Pagani, Marcello Torre, ucciso dalla camorra nel lontano 1980.

I 15 indagati sono  i capi dell’organizzazione Vincenzo Varriale (33 truffe), Gennaro Varriale (6 truffe) e Vincenzo Giannetti (13 truffe), oltre a Ciro Ruggiero, Nunzia Esposito, Giovanni Magarlo, Giuseppe Turco, Alessandro Frascogna, Antonio Perrotta, Giovanni Mauro, Salvatore Panaro, Antonio Esposito, Giuseppe Cardillo, Pasquale Abbatiello e Giuseppe Rocco.

 

 


Articolo pubblicato il giorno 14 Settembre 2017 - 21:58

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