Napoli. Tragedia alla Solfatara di Napoli, ascoltati i primi testimoni e il bimbo che ha visto morire la sua famiglia. Il procuratore Giovanni Melillo ha affidato ai magistrati della sesta sezione il caso per accertare quanto è accaduto alla Solfatara di Pozzuoli, martedì scorso, quando hanno perso la vita, padre, madre e figlio di 11 anni per una voragine che si è aperta nella zona della ‘fangaia’. Geologi e vulcanologi sono al lavoro per comprendere il motivo per il quale la crosta abbia ceduto proprio in quel punto e quali siano le cause determinanti. I magistrati napoletani, con l’ausilio di psicologi, hanno ascoltato l’unico sopravvissuto alla tragedia, l’altro figlioletto di Massimo e Tiziana Carrer, Alessio, un bimbo di 7 anni testimone oculare della morte della sua famiglia. Il bambino è insieme ai nonni e a uno zio che oggi ha dovuto spiegargli quanto è accaduto due giorni fa. Era stato affidato ai servizi sociali e agli psicologi del comune di Pozzuoli e in questi giorni ha continuato a chiedere di vedere i genitori e il fratellino. La famiglia Carrer, originaria di Torino ma che viveva a Meolo, in Veneto, è assistita da un avvocato che ha già preso contatti con i pubblici ministeri. Ancora non sono stati fissati gli esami autoptici nè c’è stato il formale riconoscimento delle salme da parte dei familiari. La polizia di Pozzuoli, delegata alla indagini, ha già ascoltato diversi testimoni per cercare di comprendere le modalità con le quali veniva attuata la sicurezza all’interno del sito che ha anche un campeggio con diverse centinaia di postazioni in estate sempre affollate da turisti che arrivano da ogni parte del mondo. Titolari del fascicolo, aperto ieri per l’ipotesi di omicidio colposo plurimo, sono i sostituti procuratori Giuliana Giuliano e Anna Frasca, Gli inquirenti hanno acquisito documenti presso la struttura, intendono accertare l’eventuale violazione delle norme di sicurezza a tutela dei lavoratori e dei visitatori del sito e stanno verificando se vi fossero indicazioni sulle zone a rischio del sito. I pm nomineranno alcuni consulenti tecnici, tra cui un geologo e il medico legale che dovrà eseguire le autopiste, ma si attende che il Tribunale per i minori di Venezia nomini un tutore del bambino sopravvissuto al quale notificare l’avviso come persona offesa. Al momento non sono stati emessi avvisi di garanzia.
Articolo pubblicato il giorno 14 Settembre 2017 - 19:50