Viveva segregata in una casa-tugurio, nel centro storico della citta’, priva anche dei servizi igienici, costretta a soli 15 anni a stare perlopiu’ a letto, in condizioni igieniche decisamente precarie. Ed e’ cosi’ che l’hanno trovata i Servizi sociali e gli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco quando mercoledi’ sono intervenuti, con la polizia municipale, per mettere fine alla “prigionia” della giovane ragazza disabile, condizione impostagli dai suoi genitori, il padre di 56 anni e la mamma di 44 anni, ufficialmente residenti a Casoria ma da un po’ di tempo domiciliati al primo piano di uno stabile del centro nella citta’ vesuviana. Non era la prima volta che, su segnalazione dei vicini, infastiditi dal cattivo odore che proveniva dall’abitazione, le forze dell’ordine provavano a capire cosa ci fosse dietro quella porta. Mercoledi’, invece, sono arrivati con le intenzioni chiare: hanno insistito per farsi aprire dal padre (la madre era momentaneamente scesa per fare alcune compere) e si sono diretti subito verso il letto dove si trovava la quindicenne, tra urine e spazzatura, l’hanno prelevata a portata via, su disposizione del Tribunale dei Minori. La casa si e’ presentata dovunque colma di immondizia, in condizioni igieniche disastrose. Grazie a un’ambulanza del 118 la giovane disabile e’ stata portata nell’ospedale della citta’: dopo le visite del caso e’ stata trasferita in una casa famiglia, lontano da Torre del Greco e da quei genitori che l’avevano condannata a vivere ferma a letto e in condizioni di totale degrado. Gia’ lo scorso 13 luglio i servizi sociali e le forze dell’ordine si erano recati in quell’abitazione che si trova nel centro storico della citta’ ma inutilmente. L’anno scorso in un contesto diverso, nella zona ‘bene’ di Napoli, un fatto altrettanto raccapricciante. Quello della scoperta di un’anziana che viveva da sola in casa con due papere, ma circondata da quintali di rifiuti, tra cibo marcio, insetti e parassiti. Alla fine, dopo diversi esposti del condominio e anche una raccolta firme, i carabinieri arrivarono a casa della 69enne, in via Cilea, e la posero sotto sequestro. Ai militari apparve una scena disastrosa: tre stanze dell’appartamento di circa 90 metri quadrati, di proprieta’ della signora, erano ricolmi di rifiuti fino quasi al soffitto, mentre ovunque in casa c’erano avanzi di cibo accumulati da mesi, infestati da vermi e maleodoranti. I condomini del grosso stabile, costruito a meta’ degli anni Cinquanta nel cuore di via Cilea, erano sempre stati comprensivi con lei, ma la situazione era diventata insostenibile ed era cosi’ partito l’esposto ai carabinieri.
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