E’ di almeno 170 vittime il bilancio del terremoto magnitudo 7.1 che e’ ha colpito il Messico mentre 3,8 milioni di persone sono rimaste al buio. Migliaia di persone terrorizzate, poco dopo le 13 di ieri, si sono riversate in strada per sfuggire agli edifici che si sgretolavano, solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32esimo anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10.000 vittime. L’epicentro e’ stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Citta’ del Messico, dove almeno 55 persone sono morte Nella capitale, dove sono crollati una quarantina di edifici comprese due scuole, le vittime sono almeno 49, secondo l’ultimo bollettino del capo della protezione civile, Luis Felipe Puente.
Sono 20 i bambini e due gli adulti morti nel crollo della scuola a Citta’ del Messico per il terremoto di ieri. A riferirlo e’ stato il presidente messicano Enrique Pena Nieto, che nella notte ha visitato il collegio ‘Enrique Rebasamen’ della capitale. “Sfortunatamente sono morti dei bambini. Sono stati trovati 22 corpi”, due dei quali di “adulti”, ha detto il presidente, ricordando d’altra parte che ci sono 30 bambini e otto adulti “dispersi”.
<span class="s1">Nello stato di Puebla, sempre secondo Puente, sono stati registrati 32 morti, nello stato di Messico 10 e nello stato di Guerrero 3. Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. “E’ emergenza nazionale”, ha dichiarato il presidente Enrique Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. Tutte le scuole sono state chiuse a Citta’ del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L’aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, e’ stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. “Dio benedica la gente di Citta’ del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi”, ha twittato ieri il presidente Donald Trump mentre l’ex presidente Barack Obama, sempre con un cinguettio, ha offerto le sue condoglianze inviando “un forte abbraccio a tutti”.
Messaggi di solidarieta’ sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dall venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un’eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, provocando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. E’ il vulcano piu’ attivo del Messico. L’ultima eruzione era stata registrata lo scorso luglio di quest’anno.
La United States Geological Survey (Usgs), l’agenzia scientifica del governo Usa per il territorio, ha stimato che potrebbe arrivare a 1.000 morti il bilancio del terremoto magnitudo 7.1 che ieri e’ tornato a far tremare la terra in Messico, 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha causato 98 morti. L’Usgs ha lanciato un’allerta “arancione” sulle possibili vittime e “rossa” per l’impatto economico che, e’ stato spiegato, richiedera’ una significativa risposta a livello nazionale e internazionale.
Articolo pubblicato il giorno 20 Settembre 2017 - 05:52