La sicurezza nella gestione dei pagamenti tramite carta di credito (e delle informazioni relative alle carte stesse) rappresentano un tassello importante nel settore della cyber-security. Da un lato a causa del fatto che molti pirati informatici hanno ancora moventi economici, dall’altra perché la solidità dei sistemi di pagamento impatta decisamente sul livello di fiducia degli utenti nell’utenti dei servizi a pagamento.
Nonostante ciò, le aziende sembrano stentare a comprendere l’importanza di adeguarsi agli standard internazionali (Payment Card Industry Data Security Standard, PCI DSS) che fissano i parametri a cui dovrebbe attenersi chiunque faccia business (hotel, ristoranti, negozi di qualsiasi genere e aziende che operano online) sfruttando sistemi di pagamento tramite carta di credito.
A metterlo nero su bianco è Verizon, che ha pubblicato un report (scaricabile a questo indirizzo) intitolato Payment Security Report 2017 e che traccia un quadro davvero desolante.
Secondo quanto emerso dalla ricerca di Verizon, solo il 55,4% (ma la verifica è provvisoria) delle organizzazioni prese in esame sono in regola con gli standard.
E dire che la relazione tra il rispetto degli standard di sicurezza e le probabilità di rimanere vittima di un attacco informatico sono piuttosto evidenti. Secondo Verizon, in tutti i casi di violazione di dati di carte di credito le organizzazioni colpite non rispettavano i requisiti.
Da un punto di vista dell’evoluzione nel settore, c’è da dire che per lo meno si assiste a una (timidissima) crescita delle organizzazioni che prendono sul serio il tema. La ricerca effettuata l’anno scorso con gli stessi criteri, infatti, aveva registrato come “in regola” il 48,4% degli operatori. Si parla quindi di un miglioramento, ma solo dell’8%. Un po’ poco.
Il trend è in crescita, ma siamo ancora a percentuali ridicole in un mondo che dovrebbe avere interiorizzato l’importanza delle procedure di sicurezza nella gestione dei dati di pagamento.
I dati variano a seconda del settore. Chi opera nell’IT, per esempio, ha un livello più alto di consapevolezza (parliamo comunque solo del 61,3% di rispetto degli standard) così come i servizi finanziari (59,1%). Fanalino di coda il settore hospitality con il 42,9%.
Insomma: stando al rapporto c’è ancora molto da lavorare. Una visione condivisa da Troy Leach, chief technology officer del PCI Security Standards Council. “Il report sottolinea le sfide che le organizzazioni devono affrontare per applicare coerentemente e costantemente gli standard di sicurezza, molto spesso infatti gli ambienti dati dei titolari delle carte di credito rimangono in una situazione di vulnerabilità agli attacchi informatici” spiega Leach.
“Questo trend è stato uno dei driver di cambiamento introdotti nella versione 3.2 del PCI Data Security Standard, che si concentra sul supporto alle organizzazioni nell’accertarsi che i requisiti di sicurezza dei dati più critici vengano applicati per tutto l’arco dell’anno, e che questi criteri vengano testati nel contesto di un procedimento costante di monitoraggio della sicurezza”.
I risultati li vedremo l’anno prossimo. Sperando che l’incremento delle organizzazioni in regola con gli standard superino con un po’ più di vigore le attuali percentuali.
(fonte securityinfo.it)
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