Dopo un calvario durato 4 anni quando pensava fosse tutto finito, , 37 anni di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), è ripiombata nell’angoscia: da nove mesi non ha notizie del figlio, di 8 anni, che chiameremo Karim, che le era stato sottratto dal marito marocchino Tariq T. nel 2013 quando aveva 4 anni.
La donna, nata in Colombia è stata adottata da una famiglia italiana e ha perso il primo marito siciliano in un drammatico incidente stradale a Cuba, denunciò il rapimento da parte del padre del bambino, da cui si stava separando (la procedura è ancora in corso), il 20 giugno 2013 al commissariato. Da allora è cominciata la ricerca di Karim da parte della madre e dei nonni Antonino Imbesi, 74 anni, metalmeccanico in pensione, e Venera, che sono andati varie volte in Marocco affrontando grosse spese tra cui la nomina dell’avvocato.
”Finora ho taciuto – dice il nonno – percorrendo le vie istituzionali ma da dicembre mio nipote non si trova più e siamo molto preoccupati”: nessuna notizia nonostante la Corte marocchina ha stabilito il suo ritorno in Italia.
Prima di sparire con il bambino il padre di Karim aveva portato il figlio a Bologna col permesso della madre, dicendo che doveva partecipare al matrimonio di un suo parente, ma non era più tornato in Sicilia. Il bambino, tra l’altro, aveva il doppio passaporto perché la madre aveva firmato il consenso sui documenti che le avevano dato in consolato: erano scritti in arabo. L’uomo, qualche tempo dopo, telefonò dalla Libia dicendo che il figlio era con lui e stava bene. ”Ci faceva ascoltare una vocina che diceva ‘sto bene’ ma abbiamo capito che era una registrazione. La Farnesina interessata della vicenda – racconta il nonno – ci disse che in quel periodo operare in Libia era quasi impossibile. Poi abbiamo saputo che in realtà il bambino era coi nonni paterni a Oued Zem e abbiamo cominciato l’iter giudiziario in Marocco. Iter che si è concluso positivamente: due sentenze hanno stabilito che Karim doveva rientrare in Italia e stare con la madre”.
Paola e suo padre rivedono il bambino il 6 giugno 2016, tre anni dopo la scomparsa, tanto che Karim stenta a riconoscere la madre. Rimangono con lui alcuni giorni. Nel dicembre 2016 viene pubblicata la definitiva sentenza d’appello e Nino e la figlia ripartono per il Marocco per riprendere il bambino. La polizia va nelle due scuole di Oued Zem ma di Karim non c’e traccia. Va a casa dei nonni ma anche lì non c’è. La notizia fa ripiombare nella disperazione la famiglia Imbesi. A luglio di quest’anno il padre di Karim viene arrestato per la sparizione. E’ tuttora in carcere ma dovrebbe uscire a breve. “Non avrò pace finché mio figlio non sarà con me in Italia”, dice Paola.
Articolo pubblicato il giorno 7 Settembre 2017 - 21:45