Scafati. È una motivazione durissima quella che decreta per la seconda volta l’arresto in carcere per l’ex sindaco di Scafati, Angelo Pasqualino Aliberti. Secondo i giudici del Riesame, alla luce delle nuove prove acquisite nel corso dell’udienza prodotte dall’accusa e nonostante le prove a discapito della difesa ‘Non è stata superato il pericolo di recidiva’ relativo al reato di scambio di voto politico mafioso. Cioè Aliberti potrebbe nuovamente far ricorso a quel patto scellerato con il clan Loreto-Ridosso. ‘Esiste la presunzione che Aliberti lasciato libero continui ad agire politicamente entrando in affari con la criminalità organizzata per ottenere consensi per lui, per la moglie o in favore di terze persone a lui legate’ scrivono i giudici del Riesame. Ed inoltre è possibile ‘Che si attivi per attuare gli impegni assunti con i clan’. Secondo i giudici la tesi sostenuta dalla difesa secondo la quale la perdita della carica di sindaco avrebbe alleviato la possibilità di reiterare il reato non è comunque sostenibile. Infatti scrivono: ‘È irrilevante che Aliberti si sia dimesso dalla carica di sindaco.E poi il tempo decorso dal 2015 (l’ultima tornata elettorale incriminata, ndr) attualizza il pericolo perché lo avvicina alla data della prossima tornata elettorale per le amministrative previste per il 2018’. E poi a proposito di eventuali arresti domiciliari secondo i giudici ‘da casa Aliberti ha la possibilità di continuare a influenzare le scelte politiche della moglie Monica Paolino necessarie per ottenere l’appoggio della camorra’ e portare a termine quei patti con i clan. Inoltre Aliberti ha continuato a dimostrare attraverso il suo attivismo politico e anche la sua attività su Facebook di poter seguire, con l’ausilio di suoi fedelissimi e del suo ex staffista, Giovanni Cozzolino, tutto quello che accade in cittá. Per Aliberti i giudici del Riesame ripetono la richiesta di arresto in carcere, così come per Luigi Ridosso, l’unica eccezione rispetto alla richiesta del pm Vincenzo Montemurro quella per Gennaro Ridosso – difeso dall’Avvocato Dario Vannetiello – al quale dovrebbe essere applicata la misura dei domiciliari.
Rosaria Federico
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