‘E’ un souvenir, un ricordo della vacanza trascorsa in Africa’. Questo si sono sentiti rispondere i Finanzieri della Compagnia di Caselle ed i funzionari doganali alla richiesta di spiegazioni su cosa ci facesse un cranio di babbuino all’interno del bagaglio. E’ quanto è accaduto nei giorni scorsi all’aeroporto torinese, dove un quarantenne italiano, di ritorno da una vacanza in Sud Africa, è stato fermato dalle Fiamme Gialle con all’interno del proprio bagaglio, nascosto tra gli effetti personali, il cranio del primate. Il teschio, in seguito agli accertamenti condotti dall’università degli Studi di Torino – struttura didattica speciale veterinaria c.a.n.c. (centro animali non convenzionali), è stato classificato al genere ‘papio’, specie comunemente nota come babbuino. L’esemplare, come dichiarato dall’uomo, era un ‘ricordo’ di un periodo di soggiorno trascorso nella savana, ma, ovviamente, non è passato inosservato ai Finanzieri in servizio presso lo scalo ‘Sandro Pertini’, già protagonisti negli ultimi mesi di vari sequestri di animali e piante minacciate di estinzione e protette dalla convenzione di Washington. L’intervento della Guardia di Finanza torinese sono inquadrate nell’ampio dispositivo mirato al contrasto dell’importazione illegale di “specimen” protette che generano annualmente un giro d’affari di diversi milioni di euro. Il cranio del babbuino è stato sequestrato mentre l’uomo rischia ora una sanzione fino a 15.000 euro.
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