La gestione Lotito-Mezzaroma. Tre stagioni differenti ma stessi problemi, proprio per non farsi mancare nulla. Più che altro la sofferenza. Già. Anche quando al primo in cadetteria l’avvio fu per lo meno confortante. Otto i punti conquistati sui 15 disponibili. Era l’anno di Vincenzo Torrente in panchina, quello del definitivo rilancio nel calcio dei grandi. 3-1 nel derby con l’Avellino, 2-2 a Brescia, sempre Gabionetta protagonista, 0-2 in casa con lo Spezia, 1-1 a Pescara, tanto per cambiare la decise il brasiliano, e infine 2-1 sofferto contro la Ternana. Dopodiché il nulla. Il buio più totale, con Torrente sollevato dall’incarico all’inizio del girone di ritorno.Stesso epilogo, su per giù, anche per Giuseppe Sannino nella stagione successiva. Quella del cosiddetto rilancio mai avvenuto realmente. Con l’attuale tecnico della Triestina, l’avvio di campionato fu ancora più traumatico. Inaspettato, potremmo dire. Soprattutto dopo i pareggi per 1-1 contro Spezia e Verona, a ruota poi le pesanti sconfitte con Novara (1-0) e Vicenza (2-3) e il pareggio a reti bianche di Cesena che chiuse il primo mini ciclo del torneo. Un trend molto ma molto simile a quello attuale. Squadre leggermente diverse ma stessa sofferenza. D’altro canto qualche sprazzo positivo lasciato qua e là non può e non deve certamente bastare. Ovvio che no. Eppure alla fine bisogna fare i conti, che sono decisamente impietosi.
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