E’ forse l’unico caso al mondo di area vulcanica attiva di proprieta’ di privati. La famiglia Angarano gestisce la Solfatara di Pozzuoli con vivacita’ imprenditoriale, e oggi, sotto shock, non commenta la tragedia della famiglia morta. I dipendenti della struttura pero’ ci tengono a difendere il servizio offerto: “Da sempre – sottolineano – ci sono cartelli, indicazioni di pericolo e steccati in legno per delimitare le zone ‘turistiche’ da quelle a rischio”. E anche la buca dove si e’ verificata la tragedia era delimitata, con un segnale di pericolo. Gli steccati possono essere oltrepassati, ma ovviamente ci si affida al buon senso dei visitatori: d’altro canto il terreno e’ cedevole e cio’ non consente l’installazione di protezioni piu’ pesanti. Nella Solfatara si accede, dopo aver pagato il biglietto di ingresso, ad un tracciato che e’ possibile percorrere con l’ausilio di guide, a pagamento, oppure da soli, seguendo le indicazioni e i cartelli. La zona e’ aperta abitualmente anche a visite scolastiche, oltre che serali grazie a un suggestivo impianto di illuminazione notturna. All’interno dell’area ci sono un camping e uno spazio di giochi per bambini. Migliaia i visitatori ogni anno, e “in quarant’anni che sono qui non si era mai verificata una tragedia del genere”, dice il gestore del bar all’esterno della Solfatara. Le zone a rischio come ‘la fangaia’, ‘il pozzo di acqua minerale’, ‘la bocca grande’, ‘le stufe antiche’, dove il terreno diventa molle ed i fanghi raggiungono temperature elevate, sfiorando anche i 250 C, sono delimitate da staccionate in legno. Sono affissi cartelli di pericolo che indicano di non oltrepassare il limite. Nuove situazioni di pericolo per l’attivita’ vulcanica vengono segnalate con cartelli o staccionate temporanee, come era successo per la cavita’ dove e’ avvenuta la tragedia. Il vulcano spesso ospita iniziative culturali ed enogastronomiche e l’accesso a tutta l’area avviene liberamente. Annualmente nella struttura, in occasione delle funzioni religiose pasquali, si svolge la Via Crucis organizzata dai frati cappuccini del vicino convento di San Gennaro. Misure di sicurezza sufficienti? “Purtroppo chi scavalca gli steccati lo fa a suo rischio e pericolo”, dice un turista. L’inchiesta della procura di Napoli accertera’ se sia stato fatto tutto il possibile per prevenire l’incidente che ha distrutto una famiglia di turisti.
“Bisogna vedere come sono state fatte le delimitazioni e le staccionate e se c’era possibilita’ di attraversarle. Per la sicurezza entrano in gioco diversi fattori. Sono aspetti che vanno esaminati con verifiche sul posto”. Lo ha detto il responsabile della Protezione Civile comunale, Franco Alberto De Simone, dopo la tragedia che si e’ verificata oggi nel Vulcano Solfatara di Pozzuoli dove tre persone – padre, madre e figlio di 11 anni – hanno perso la vita. Il ragazzino, secondo quanto si e’ appreso, avrebbe superato le delimitazioni poste per tenere lontano i visitatori da una zona rischiosa del vulcano cadendo in una buca; i genitori, nel tentativo di salvarlo, vi sarebbero caduti a loro volta, rimanendo tutti verosimilmente asfissiati dalle esalazioni venefiche. “Il vulcano dovrebbe essere dotato di un Piano di sicurezza – sottolinea De Simone – essendo un’area a rischio, misura da adottare nel rispetto della normativa e per garantire i visitatori”. “Al comune, per quanto mi risulta – spiega De Simone – non e’ stato ne’ presentato ne’ depositato un piano specifico per il sito della Solfatara. Non so se da parte dell’ente sia stato richiesto in passato”. “La situazione della Solfatara – continua il responsabile Protezione Civile comunale – e’ una situazione anomala. E’ in mano a privati una vasta area a verde e a rischio per i fenomeni vulcanici, per cui forse sarebbe necessario una normativa apposita. A Pozzuoli, in passato, c’erano altre situazioni anomale che riguardavano i laghi Lucrino ed Averno di proprieta’ privata. Poi intervenne la Regione e li acquisi’ al proprio patrimonio”. Comunque, conclude, De Simone, “non conosco la situazione specifica della Solfatara, credo che le aree a rischio siano segnalate e delimitate”.
“La tragedia che si è verificata alla Solfatara di Pozzuoli ci ha profondamente colpito. Una famiglia distrutta in maniera terribile. Siamo sbigottiti. Sentiamo anche per questo il dovere, con sentimenti di grande vicinanza al bambino superstite, di impegnarci per garantirgli tutta l’assistenza necessaria e per accompagnarlo nel suo percorso di vita. Così come appare necessario che tutti facciano la propria parte per cercare di evitare tragedie come queste. Come Regione Campania, istituiremo una commissione d’indagine che possa ispezionare e verificare le condizioni di sicurezza nei luoghi anche privati che sono aperti al pubblico”. Lo dichiara in una nota il presidente della Campania Vincenzo De Luca.
Articolo pubblicato il giorno 12 Settembre 2017 - 22:30