“Credo che qualcuno abbia teso un agguato a Vincenzo aspettandolo dentro casa mia quando è tornato dal lavoro il 7 luglio”. E’ stata questa deposizione fatta ai carabinieri di Aversa, da Heven Grimaldi a far scattare le indagini che hanno portato all’arresto di Ciro Guarente e alla scoperta della macabra morte di Vincenzo Ruggiero. La giovane trans di origini polacche, fidanzata con il dipendente della marina militare originario di Ponticelli, aveva cominciato a sospettare qualcosa tanto che domandando in giro aveva scoperto che Ciro Guarente era uscito dalla sua casa con delle valigie. Lo avevano visto i vicini. E allora il 25 luglio si presentò dai carabinieri per raccontare dei suoi sospetti. Il resto fa parte della storia recente e dell’indagine che ha portato agli arresti di Ciro Guarente, della scoperta dei resti martoriati del povero Vincenzo Ruggiero in un garage a Ponticelli vicino alla sua abitazione, e poi tre settimane dopo del complice, Francesco De Turris un pregiudicato del quartiere che ha confessato di avergli fornito la pistola calibro 7,65 con la quale ha ucciso il commesso di Parete. Ora mentre le indagini continuano alla ricerca di elementi sulle altre due persone sempre di Ponticelli, iscritte nel registro degli indagati, e che avrebbero aiutato Guarente a disfarsi del corpo di Vincenzo Ruggiero, grazie al Riesame trapelano alcuni interrogatori di Mikolaj Krawczyk, ora Heven Grimaldi, che viveva insieme con il suo grande amico il commesso 25enne ucciso dal 35enne ex marianaio. Ecco parte del suo racconto: “Il sei luglio ci lasciammo. Ciro lamentava il fatto che io e Vincenzo dormissimo nella stessa stanza da letto ogni notte. Così, il giorno prima della scomparsa di Vincenzo si concluse la mia storia sentimentale durata 7 anni con Ciro proprio perché in casa mia c’era un altro ragazzo, Vincenzo Ruggiero. Quando però qualche giorno dopo, nel sistemare i miei abiti nel cassettone, vidi sotto il letto della camera una scatola di proprietà di Vincenzo, in cui custodiva i suoi ricordi più cari gelosamente, con tutta la collezione dei cd di Laura Pausini, molto importante per lui, iniziai a dubitare di un allontanamento volontario e a sospettare di Ciro… Mancava una valigia gialla American Tourister e un’altra valigia di Vincenzo…mi riconsegnò le chiavi di casa dopo circa 20 giorni. Tentammo di riavvicinarci, ma per me era già tutto finito…”.
Articolo pubblicato il giorno 7 Settembre 2017 - 13:30