Quando si dice Aluei, si dice Napoli e l’Italia nel mondo, ovvero quando la musica non ha confini. Ambasciatore di un nuovo sound, battezzato a San Francisco “Vesuvian Electronic Power Sound” (Veps), questo alchimista dei suoni, dopo essere rimasto con il nome L6J, per due anni in cima alla top-ten della musica elettronica a Berlino con il singolo “Djigen Africa” e poi con l’album “Eclektrik Constellation” (Gdm Music), presenta al pubblico di Spotify e dei maggiori stores digitali, il 7 Settembre 2017, il suo nuovo singolo dal titolo “O’ Mare” (Gdm Music). Degna di nota, la copertina concepita appositamente per questo lavoro, dall’artista della fotografia Mario Amura che è un’opera nell’opera. Dopo l’apparizione sul palco della Notte della Tammorra, lo scorso 15 agosto, davanti ad un fiume di gente che affollava il lungomare di Napoli, Aluei riparte dalla radice. “O’ Mare” è un’alchimia sonora, dove l’elettronica scheletrica si fonde con il ritmo ancestrale della Tammurriata, con le sonorità della musica classica Indiana di Varanasi sul Gange (Aluei è uno dei pochissimi musicisti occidentali a far parte di questa prestigiosa Gharana, casta di Musicisti, ndr) e con le tecniche vocali della musica sciamanica di Tuva e della Mongolia, che lo legano a quella stagione musicale italiana che trova il suo massimo epigono in Demetrio Stratos. In un’epoca di paure, di muri, di violenza, di questa nuova tratta degli schiavi alla quale disarmatamente tutti assistiamo, Aluei vuole trasmettere libertà e un invito a sorridere e a non avere paura. Libertà la sua, che consiste principalmente, nell’elaborazione di una nuova visione che va oltre la stessa musica e che rappresenta un monito a seguire l’unica via che ci lega al Vitale: la via del cuore.
Articolo pubblicato il giorno 1 Settembre 2017 - 09:48