Due molotov sono state lanciate la scorsa notte contro l’abitazione di Alessano in cui abita la famiglia di L.M., il 17enne reo confesso dell’omicidio della sua fidanzata sedicenne Noemi Durini, scomparsa da Specchia il 3 settembre e il cui cadavere e’ stato trovato il 13 settembre, su indicazione del ragazzo. Le bottiglie incendiarie, che hanno provocato leggeri danni. I resti degli ordigni sono stati repertati dai carabinieri. I genitori del giovane – che dal 14 settembre e’ detenuto in una struttura penitenziaria minorile con l’accusa di omicidio premeditato, aggravato dai futili motivi e dalla crudelta’ – si trovavano in casa. Gli investigatori stanno vagliando le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona, per verificare eventuali passaggi di persone nelle strade adiacenti alla casa. Nei giorni scorsi erano state molte le manifestazioni di rabbia contro L.M. e la sua famiglia, che si era esposta molto durante alcune interviste rilasciate a programmi televisivi, nelle quali i genitori del ragazzo attaccavano duramente Noemi. La madre era addirittura arrivata a dichiarare “meglio un morto che tre”, riferendosi al fatto che Noemi – secondo una delle tante versioni fornite dal figlio – avrebbe ordito un piano per uccidere lei e il marito. Gli inquirenti leccesi non credono a tale versione e ritengono, invece, che l’omicidio sia maturato in un contesto di rapporto violento, dal quale la ragazzina voleva uscire mentre il fidanzato non voleva essere lasciato. Il padre del diciassettenne, B.M., e’ indagato per concorso nell’occultamento di cadavere.
Articolo pubblicato il giorno 17 Settembre 2017 - 09:31