Non era semplicemente sciolto, ma quasi “ribolliva” il sangue di San Gennaro racchiuso nell’ampolla che il Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, ha tolto dalla cassaforte della Cappella del tesoro del santo Patrono di Napoli alle 10 in punto. “Era completamente sciolto all’apertura della cassaforte – ha detto Sepe dopo aver raggiunto l’altare maggiore del Duomo – e lo presenteremo più da vicino alla Venerazione alla fine della messa, uscendo dalla cattedrale per benedire la città, la regione, l’Italia e la Chiesa. Grazie al Signore che ancora una volta ha manifestato la sua bontà nei riguardi di noi tutti napoletani”. Secondo gli esperti del miracolo di San Gennaro è assolutamente inusuale che il sangue si sciolga fino a questo punto. “Colpisce lo straordinario aumento di volume – dice Don Doriano – particolarmente evidente, che è andato oltre la metà del contenitore”. L’interpretazione è che il Santo Patrono si rivolga ai napoletani chiedendo loro di svegliarsi e agire. Già prima delle parole di Sepe, i fedeli più vicini hanno cominciato ad applaudire, poi alle parole del Cardinale con l’annuncio ufficiale è partito un grande applauso. Subito dopo è iniziata la Santa Messa.
Tra le presenze istituzionali in duomo, oltre al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che e’ anche presidente della Deputazione di San Gennaro, la congrega laica che dal 1601 ha in carico le reliquie, il tesoro e la cappella del santo, anche il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio; il presidente della Campania, Vincenzo De Luca; l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov; il vicepresidente del parlamento croato, Furio Radin; il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi; il comandante della VI flotta dell’Us Navy, ammiraglio Christopher W.Grady. “Veniamo da un periodo particolarmente disastroso e doloroso – ha detto nell’omelia Sepe, ricordando gli incendi che hanno devastato la Campania e il terremoto a Ischia del 21 agosto scorso – eventi che non ci hanno lasciato in pace, come pure gli inquietanti lampi di guerra che continuano a minacciare la pace da piu’ fronti”. Tra questi, il presule ha citato “le assurde manifestazioni di forza e potenza nucleare”, come pure “il terrorismo irrazionale”. A tutti, il cardinale Sepe, citando John Kennedy, ha chiesto di “pensare a che cosa ognuno di noi puo’ fare per gli altri e per la citta’, prima ancora di chiedere cosa la citta’ puo’ fare per noi”. “Anche per la pace – ha concluso – che e’ il piu’ essenziale dei bisogni e il piu’ alto dei valori per ogni comunita’, e’ giunto il momento di mettere in campo come elemento risolutivo il nostro contributo personale”. Un appello, infine, ad “accogliere i pellegrini”. “Anche qui a Napoli, nella cura degli ultimi della fila, dei nostri fratelli poveri, senza distinzione di nazionalita’ o di religione e di colore della pelle si riflette il nostro reale desiderio di pace”, ha detto l’arcivescovo.
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