Napoli, cadavere di un pony ritrovato tra i rifiuti nelle discariche sotto al Ponte Fiat nella zona industriale. Il video
Rientro anticipato per quasi tutti i 300 lavoratori dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco, in trasferimento temporaneo nella fabbrica di Cassino a causa del ”cambio di normativa del mercato cinese e della flessione del mercato orientale sui modelli premium”. E’ quanto ha comunicato la dirigenza aziendale dello stabilimento automobilistico campano alle rsa di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf, nel corso di un incontro avvenuto oggi. econdo quanto reso noto da alcune rsa, il rientro di 253 lavoratori sui 283 in trasferimento temporaneo a Cassino da marzo di quest’anno per far fronte alla produzione dei modello Alfa Romeo Giulia e Stelvio, e’ previsto a partire da lunedi’ 9 ottobre. Nei giorni scorsi erano rientrati dallo stesso stabilimento, altri 46 operai, che avevano rinunciato alla trasferta temporanea.
”E’ necessario che in tempi brevi i massimi vertici di FCA ci convochino per il progetto premium nello stabilimento di Pomigliano d’Arco”. Lo ha detto il segretario nazionale della Fim, Ferdinando Uliano, commentando e giudicando ”negativo” il rientro di 253 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano in prestito temporaneo a Cassino, a partire dal 9 ottobre prossimo. ”Dopo l’annuncio fatto ad inizio anno non sono piu’ sostenibili i continui rinvii – ha detto il sindacalista – prima a giugno poi a settembre, rispetto alla reale partenza dei nuovi investimenti. Non ci rassicura nemmeno il fatto che la copertura degli ammortizzatori sociali arrivi sino a luglio 2019: gli ammortizzatori sono necessari per accompagnare gli investimenti, ma questi devono partire. E’ indispensabile che a partire dall’Amministratore Delegato venga data una risposta concreta alle preoccupazioni nostre e soprattutto dei lavoratori campani, declinando nel dettaglio la partenza dell’investimento premium su Pomigliano”. Secondo Uliano, inoltre, il rientro a Pomigliano dei lavoratori prestati a Cassino ”a seguito delle modifiche sulle normative di esportazione per gli stock dei prodotti premium sul mercato cinese, aumentera’ la percentuale di riduzione di attivita’ dei lavoratori in CDS con un conseguente impatto sul reddito dei lavoratori”. ”Come avevamo giudicato positivamente l’accordo e l’opportunita’ lavorativa che si era creata nel mese di febbraio – ha concluso – ora consideriamo negativa la sua interruzione. Le proroghe e le potenziali stabilizzazioni della quasi totalita’ degli oltre 800 giovani nuovi assunti a Cassino con contratto in somministrazione in scadenza sono certamente positive, ma non riducono le nostre richieste di certezza su Pomigliano”.
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