Napoli-Benevento sarebbe stata la partita di Carmelo Imbriani se un maledetto linfoma non l’avesse fermato nel 2013 dopo una lunga partita giocata senza mai mollare. Cresciuto nelle giovanili del Napoli, il triennio in azzurro dal 1993 al 1996 con gol all’Inter al debutto da titolare, poi gli anni a Benevento, il ritorno a casa, per il ragazzo di Ceppaloni. Gli inizi da allenatore nel 2011 e poi la terribile malattia per il quale tutto il mondo del calcio si mobilitò unendosi al messaggio ‘Imbriani non mollare’ lanciato dal fratello, Gianpaolo, un altro Imbriani che non ha voluto mai arrendersi e che da tre anni non si è mai fermato. Il motivo? Esportare in tutto il mondo il messaggio di fratellanza e far conoscere a tutti la storia di Carmelo. L’obiettivo? Cinque campi di calcio in cinque continenti diversi intitolati a suo fratello. “Carmelo lasciò Ceppaloni a 12 anni pur di inseguire un sogno. Era legatissimo sia al Napoli che al Benevento. #Imbrianinonmollare è un modo per far conoscere al mondo la storia di mio fratello. La mia è una promessa e la sto portando avanti, anche perchè noto che c’è tanto affetto per mio fratello che non ha vinto trofei ma che, evidentemente, ha lasciato qualcosa come uomo”, ha raccontato Gianpaolo Imbriani intervistato dal sito www.ilmionapoli.it.
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