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Data di uscita prevista per “Low in high school” 17 novembre 2017, ma già da qualche giorno infuria la bufera. Si tratta del nuovo album di Steven Patrick Morrissey, al secolo solo Morrissey, l’oggetto della polemica. L’ex Smiths, il paroliere britannico, uno dei precursori del britpop e degli innovatori dell’indie potrebbe essere vittima di censura. La domanda spontanea che il più giovane dei suoi fan potrebbe porsi è: stiamo ancora a questo? Il più anziano dei suoi fan potrebbe rispondere: Eh si, stiamo ancora a questo perché Sir Morrissey ha osato ribadire, questa volta anche in immagini, il suo disprezzo verso la regina Elisabetta e la sua famiglia. La copertina del disco ritrae Max Lopez, figlio del suo bassista Mando, davanti Buckingam Palace con una T-shirt nera con su scritto “Morrissey”, nella mano destra un’accetta e nella sinistra un cartello che recita “Axe the monarchy” cioè “Fai fuori la monarchia”. Considerata l’immagine molto provocatoria e offensiva, Trade and Retail, che rifornisce la catena di negozi musicali britannica HMV, avrebbe fatto sapere a BMG – con cui Morrissey avvia una nuova collaborazione sia per la pubblicazione del nuovo album sia per la sua nuova etichetta, Etienne Records – che si rifiuterà di commercializzare l’album invitando la casa discografica a realizzare una nuova copertina per il disco. Chi conosce Morrissey sa bene che la sua avversione per i reali d’Inghilterra è nota e manifesta dal lontano 1986 quando, in un tranquillo 16 di giugno, esce a firma The Smiths il terzo album in studio: “The Queen is Dead” (“La Regina è Morta”). Nel pezzo che dà il titolo all’album, il cantante inglese immagina di fare irruzione nella residenza ufficiale dei reali “con una spugna e una chiave arrugginita” per parlare direttamente con la regina e suo figlio Carlo: “I say, Charles, don’t you ever crave to appear on the front of the Daily Mail dressed in your Mother’s bridal veil?” (“Ehi, Carlo, non senti mai il desiderio di apparire sulla prima pagina del Daily Mail vestito con l’abito nuziale di tua madre?”). Fu scandalo. Ma nello scandalo il disco raggiunse la seconda posizione tra gli album più venduti in Inghilterra e il settantesimo posto tra quelli più venduti negli States. E questa è solo una delle tante invettive – quella di maggior successo – contro la monarchia, che considera e definisce “del tutto contro ogni nozione di democrazia, oltre che un mistero per molte persone.”. A trentun anni da “The Queen is Dead” la storia pare ripetersi con “Low in high- school”. Registrato presso La Fabrique Studios in Francia e il Forum Music Village di Roma, il disco è prodotto da Joe Ciccarelli che ha lavorato con The Strokes, Frank Zappa, The White Stripes. Dopo che la copertina è stata condivisa su Instagram anche dalla mamma del bambino, è partita una serie di manifestazioni di solidarietà in favore di Morrissey e in difesa della democrazia: primo fra tutti l’amico e cantante James Maker. La posizione di Morrissey è chiara e inequivocabile. Di seguito riportiamo stralci di alcune sue dichiarazioni rese pubbliche nel corso di questi ultimi anni e, aspettando Low in high-school, ci interroghiamo sul vero significato della parola “libertà” e sulla sua declinazione nella vita quotidiana.
“So che c’è un mare di persone che non vedono l’ora di sbarazzarsi di loro. È una falsa devozione.” – “Penso che sia fascista e molto, molto crudele” – “La famiglia reale, per me, non è l’Inghilterra, e non è la bandiera. Vediamo la regina come l’ultimo dittatore. È una dittatura. È importa al popolo britannico. E naturalmente se il popolo britannico decidesse domani di mandarla a casa, la regina non esiterebbe a far voltare i carri armati contro il popolo britannico”.
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