Il capomafia piu’ anziano nei gironi del 41 bis, Giuseppe Farinella, classe 1926, e’ morto oggi pomeriggio al reparto detenuti dell’ospedale di Parma, stava scontando l’ergastolo per le stragi di Capaci e via d’Amelio. Il fedelissimo di Riina e Provenzano, capo del mandamento di San Mauro Castelverde (Pa) – come scrive l’edizione online di Repubblica – era stato condannato per essere stato uno dei mandanti della strategia di morte lanciata da Cosa nostra nel 1992. Nel luglio scorso, la Cassazione aveva accolto il suo ricorso contro la proroga del 41 bis, i giudici della Suprema Corte avevano disposto una nuova pronuncia del tribunale di sorveglianza di Roma, sollecitando a “tenere conto della possibile incidenza delle condizioni di salute (unite all’eta’ particolarmente avanzata)” sulla “attuale pericolosita’ sociale del detenuto”. La Cassazione ribadiva inoltre il “divieto di trattamento inumano e degradante”. Di diverso avviso era stato il tribunale di sorveglianza, secondo cui le condizioni di salute dell’anziano detenuto “non incidono sullo stato mentale e sulle capacita’ cognitive del soggetto recluso” e quindi sulla sua possibilita’ di comunicazioni con l’esterno. Sono stati mesi di polemiche attorno all’orientamento della Cassazione, che per il capo di Cosa nostra, Salvatore Riina, ha ipotizzato il “diritto a una morte dignitosa”, posizione che ha scatenato le repliche dei familiari delle vittime di Mafia.
Articolo pubblicato il giorno 5 Settembre 2017 - 18:15