Dall’indagine “Intimità e sessualità”, condotta dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) – in occasione della quarta Settimana del Benessere sessuale, promossa dal 25 al 29 settembre in tutta Italia – emerge che solitamente il partner fa quello che l’altro dice, anche quando non vuole. In base ai risultati, ci si scambia baci, carezze con il partner più volte al giorno il 62%, solo il 5% una volta a settimana, mentre “molto raramente” l’8,5%. Si trova a proprio agio a parlare di sesso con l’altro/a il 74% ma il 18% è in imbarazzo. Meno rappresentati chi è a disagio (2,6%) o chi non ne parla mai (4,5%). Si sente libero di esprimere i propri sentimenti il 49% e “per niente libero” il 12,5%. La maggioranza (50,7%) asseconda “qualche volta” il partner nella sessualità anche quando non ne ha voglia, “spesso” il 22% e “sempre” il 9,5%. Chi dice di non assecondare mai è il 18,5%. Se guardiamo ai dati suddivisi per genere, notiamo che le donne rispondono “qualche volta” con una percentuale molto più alta, il 56,38%, rispetto agli uomini con il 36,51%. Da notare però che il 19,82% degli uomini afferma di assecondare “sempre” rispetto al 5,44% delle donne. “Nella sessualità – spiega Roberta Rossi, presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica – è importante un gioco delle parti e un venirsi incontro che crea il momento di intimità. Assecondare l’altro può essere positivo fintanto che non diventi fare sempre quello che l’altro vuole e non esprimere mai i propri desideri. Le nuove generazioni – la maggioranza di risposte è tra i 20 e 35 anni – sembrano avere acquisito una modalità funzionale ed intima di rapporto a due, ma molti di loro non sono sposati, quindi non vivono la condizione di quotidianità che a volte può incidere sulla comunicazione e sulla disponibilità”. Si sentono però ascoltati. “Spesso” è infatti la risposta che danno (38,4%) alla domanda: Il/La tuo/a partner tiene conto dei desideri sessuali che esprimi? Ma c’è anche chi dichiara di non esprimere mai nessun desiderio sessuale (4,8%). A guardare le risposte che hanno dato donne e uomini saltano all’occhio alcune differenze: la maggioranza degli uomini (44,71%) afferma che il partner tiene conto “spesso” dei suoi desideri e, a seguire, chi indica “qualche volta” è il 27,92%. Le donne invece dicono che i partner assecondano “sempre” il 40,65% e “spesso” il 35,99%. Raccontarsi fantasie nella coppia lo ritiene utile in ogni caso il 53%. La somma degli “introversi” non supera chi sceglie la strada della comunicazione: infatti la percentuale di chi sceglie l’opzione “Utile ma con le dovute omissioni” è al 40%, “per niente” al 5,6% e “nocivo” allo 0,5%. Il 73% dichiara di conoscere le fantasie dell’altro ma le maggioranze fra uomini e donne sono in questo caso diametralmente opposte. Solo il 34,50% degli uomini pensa di conoscere le fantasie dell’altro mentre per lo più, il 65,50%, dichiara di esserne all’oscuro. Le donne in larga misura (76,81%) pensano di sapere cosa immagina l’altro, solo il 23,19% no. Non fa mai sesso il 4%. All’estremo contrario, lo fa ogni due tre giorni il 32%. Sul piano della qualità, il 48,5% si considera “soddisfatto”, “molto” il 34% e “per nulla” il 4%. La frequenza di rapporti ideale dovrebbe essere ogni due, tre giorni secondo il 44%, “mai” lo 0,5%. Non ha avuto difficoltà sessuali negli ultimi sei mesi il 65% ma chi invece sì, lamenta un calo del desiderio (45%), assenza dell’orgasmo (30%) e dolore durante la penetrazione (27,9%). Diverse le percentuali a seconda se siano le donne o gli uomini a rispondere. Sono soprattutto le donne a dichiarare un calo del desiderio (il 29,78% contro il 16,60% degli uomini) o l’assenza dell’orgasmo (21,18% delle donne rispetto all’8,10% degli uomini). Quanto al dolore durante la penetrazione, il 20,16% delle donne l’ha indicata come criticità mentre fra gli uomini che hanno risposto non è emerso questo problema. Rispetto all’attività clinica, le risposte secondo la presidente della FISS sono “assolutamente in linea, il calo del desiderio – osserva – è un disturbo molto diffuso negli ultimi anni, che colpisce uomini e donne, il dolore nella penetrazione è un altro aspetto importante ma silente, ci si vergogna a parlarne perché spesso impedisce la stessa penetrazione”. Pochi (5%) affermano che sia stato il partner a manifestare la difficoltà, il 75% ha esposto i propri pensieri. In questo caso va segnalato che il dato medio riflette le percentuali risultate fra uomini e donne. Infatti il 75,39% delle donne dice di aver espresso la criticità, ma anche gli uomini con il 77,56%. Priorità: educare le giovani generazioni. Alla richiesta di indicare una tematica riguardante le relazioni, l’affettività e la sessualità ritenuta di maggiore interesse e attualità molte risposte convergono sulla necessità di insegnare nelle scuole l’educazione alla sessualità e alla affettività. Alcuni specificano il desiderio di educare i giovani a parlare di più con l’altro, conoscere il proprio corpo al di là di ciò che insegnano i porno. Altri chiedono di parlare delle parlare di disfunzioni sessuali nelle coppie gay e del sesso in età adulta. Altri infine di infrangere i tabù e allo stesso tempo far uscire la visione “porno” del sesso dai media. “La pornografia – conclude la presidente – è un modo per mantenere vive le proprie fantasie ma non può essere un riferimento educativo, per questo abbiamo bisogno di momenti formativi sull’educazione all’essere maschio e femmina nella società attuale, al rispetto di se stessi e delle differenze, alla sessualità intesa in un senso più ampio, non solo sesso ma anche relazione con l’altro. La FISS da tempo sollecita e diffonde, dove possibile, una educazione affettiva e sessuale mirata alla promozione della salute sessuale”.
Articolo pubblicato il giorno 7 Settembre 2017 - 09:41 / di Cronache della Campania