“Grave violazione di legge determinata da ignoranza o negligenza inescusabile”: e’ questa, in merito alla vicenda Consip, la nuova contestazione rivolta dal pg della Cassazione al pm di Napoli Woodcock, che il 21 dicembre dello scorso anno avrebbe ascoltato l’ex consigliere economico di Palazzo Chigi Filippo Vannoni quale persona informata dei fatti e non come indagato (dunque, in quest’ultimo caso, con l’assistenza di un difensore), quando invece erano gia’ emersi elementi per l’iscrizione nell’apposito registro. Lo scrive il ‘Corriere della Sera’, precisando che la comunicazione della nuova incolpazione e’ stata fatta al Csm “alla vigilia delle ferie estive” e ricordando come Vannoni era stato indicato dall’ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, come uno di coloro che lo avevano avvertito dell’indagine in corso. Marroni, ricorda il Corriere, “aveva fatto anche altri nomi: il ministro Lotti, il comandante dei carabinieri Del Sette, il comandante dell’Arma in Toscana Saltalamacchia; tutti regolarmente indagati per rivelazione di segreto e favoreggiamento. Vannoni invece no, e questo ha permesso l’interrogatorio, ‘senza le garanzie di legge’, da cui e’ venuta fuori la conferma delle accuse a Lotti (negate dal ministro e successivamente modificate dallo stesso Vannoni davanti ai pm di Roma)”. La precedente contestazione disciplinare a Woodcock, tuttora oggetto di indagine da parte della procura generale della Cassazione, riguarda un articolo pubblicato il 13 aprile scorso dal quotidiano La Repubblica nel quale si riportavano frasi virgolettate del magistrato riferite sempre alla vicenda Consip. Nell’articolo venivano riferite alcune frasi che il pm Woodcock avrebbe pronunciato parlando con i suoi colleghi dell’inchiesta Consip, e, in particolare, dei rapporti tra le procure di Napoli e Roma e dell’indagine avviata dai pm romani nei confronti dell’allora capitano del Noe Giampaolo Scafarto.
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