Napoli. Sarà l’attore spagnolo Carlos Bardem, fratello del premio Oscar Javier e di Mónica, a ritirare, lunedì 18 settembre, alle 20, nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore di Napoli, il “Premio Pimentel Fonseca 2017”, assegnato alla madre Pilar Bardem, leggendaria attrice (insignita del prestigioso Goya) e, come i suoi figli, instancabile attivista per i diritti civili. Dedicata alla memoria della patriota e giacobina napoletana Eleonora Pimentel Fonseca, fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”, l’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con l’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”, avrà come testimonial Eugenio Bennato, che nel corso della cerimonia riproporrà “Donna Eleonora”, brano raramente eseguito in pubblico, scritto nel 1999 proprio in onore della rivoluzionaria della Repubblica Napoletana, in occasione del duecentesimo anniversario della sua morte. Con il musicista interverrà l’ensemble vocale “Le voci del Sud”, con l’interpretazione di “Per un Brigante”, in onore di Carlo D’Angiò. Durante la serata anche il contributo della cantante Anna Capasso (ambasciatrice Unicef per l’Italia), che eseguirà un repertorio della musica classica napoletana. L’accoglienza degli ospiti, in abiti storici, è curata dagli attori e registi Roberta D’Agostino e Gianni Sallustro con l’Accademia Vesuviana del Teatro. Gli abiti sono creazioni del costumista Costantino Lombardi. Interverranno: Nino Daniele (assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli) e Massimiliano Marotta (Presidente Istituto Italiano per gli studi filosofici). La manifestazione, che premia una giornalista o attivista internazionale, distintasi nella difesa dei diritti, fa da prologo ad “Imbavagliati”, Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato e diretto Désirée Klain, in programma dal 20 al 24 settembre al Palazzo delle Arti (PAN) di Napoli (Via dei Mille, 60), il museo che custodisce la Mehari di Giancarlo Siani, simbolo dell’iniziativa, sostenuta anche quest’anno da Roberto Saviano, che dà voce ai giornalisti perseguitati nei loro paesi. Il Premio Siani (in memoria del giovane cronista ucciso dalla camorra nel 1985, dalla scorsa edizione gemellato con “Imbavagliati”) sarà dedicato a Ilaria Alpi, la giornalista del TG3 assassinata 23 anni fa a Mogadisco insieme al cineoperatore Miran Hrovatin. “Muri e fili spinati – spiega la Klain – è il tema di questa terza edizione: dai muri materiali, che dividono paesi interi, a quelli ideologici. Il filo spinato è nell’anima delle vittime, che sono ancora in attesa di avere giustizia e di tutti coloro che hanno una coscienza civile. Il caso Ilaria Alpi non può e non deve essere chiuso, perché come recita il nostro slogan: ‘Chi dimentica diventa il colpevole”. “Un tema attualissimo e drammatico per un appuntamento che è internazionale per il livello dei partecipanti e per il peso dei temi affrontati, ma che sentiamo profondamente nostro – dichiara Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – un appuntamento nel quale la Città, si ritrova su uno scenario internazionale e partecipa come comunità, si fa soggetto culturale, civile e politico. L’Amministrazione comunale di Napoli promuove e sostiene questa iniziativa con particolare partecipazione: in un mondo nel quale muri, fili spinati e censure sono continuamente evocati, invocati o temuti, vogliamo che venga da Napoli un segno, e con esso l’impegno per un’altra idea di convivenza, di democrazia, di umanità”. “Chi dimentica è colpevole – dichiara Paolo Siani, Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, fratello del giornalista ucciso – e per questo motivo da 32 anni puntualmente e con testardaggine ogni 23 settembre ricordiamo Giancarlo. Noi non vogliamo dimenticare e vi chiediamo di non dimenticare tutte le vittime innocenti della criminalità, specie quelle per le quali stiamo ancora aspettando giustizia, e noi aspettiamo fiduciosi che prima o poi giustizia arriverà per tutti. Ilaria Alpi, che quest’anno vogliamo ricordare insieme a Giancarlo, così come facemmo lo scorso anno con Giulio Regeni, è una di queste. E comprendiamo tutto il dolore della mamma Luciana per aver perso una figlia e non essere riuscita a ottenere giustizia. E si è battuta e si batte con tutte le sue forze affinché gli assassini di Ilaria vengano presi e condannati. Solo così lo Stato è uno Stato credibile, se riesce a difendere i suoi cittadini onesti e punire i colpevoli”. L’appello sarà lanciato il 23 settembre durante il convegno sull’importanza della scorta mediatica per i giornalisti minacciati, con Nello Trocchia, Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi e la partecipazione di Giuseppe Giulietti (Presidente Federazione nazionale stampa italiana), Carlo Verna (giornalista Rai) e Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania).
Articolo pubblicato il giorno 12 Settembre 2017 - 17:21