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”Guarente voleva uccidere anche Heven”, la confessione del complice dell’assassino di Vincenzo Ruggiero

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“Due anni fa Ciro Guarente mi confessò di voler uccidere la sua fidanzata Heven. Mi chiese se conoscessi qualcuno al quale commissionare il delitto. Io gli dissi che occorrevano 40mila euro, ma lui non accettò perché era un importo che non poteva sostenere”. E’ la confessione choc di Francesco De Turris, il pregiudicato di Ponticelli, arrestato il 10 agosto scorso perchè accusato di aver fornito al dipendente della Marina Militare la pistola calibro 7,65 con la quale il”Grinder boy” avrebbe ammazzato Vincenzo Ruggiero primo di farlo a pezzi e sotterrarlo in un garage vicino all’abitazione dei suoi genitori a Ponticelli. La notizia è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di De Turris ed è riportata dall’edizione di Caserta de Il Mattino in edicola. Nella sua confessione ai magistrati De Turris ha anche affermato: “A luglio di quest’anno, mi disse: tutto a posto, l’ho fatto, l’ho ucciso  successivamente mi confidò che aveva comprato da Scaramuzza, un grosso ferramenta che si trova a Poggioreale, una sega e un’ascia perché doveva tagliare il cadavere”. A proposito delle armi utilizzate da Guarente per uccidere e martoriare il corpo dello sfortunato 24enne di Parete gli investigatori non le hanno ancora trovate. Come non sono state ancora trovate la testa e parte di un braccio del commesso “colpevole” solo di avere una profonda amicizia con la fidanzata trans di Guarente che accecato dalla gelosia la sera del 7 luglio uccise il ragazzo in via Boccaccio ad Aversa, nell’abitazione di Heven Grimaldi, in quei giorni assente. Gli investigatori stanno continuando le indagini soprattutto rivolgendosi agli altri due complici di Guarente accusati di favoreggiamento in occultamento e distruzione di cadavere. Si tratta di altre due persone sempre di Ponticelli che avrebbero appunto aiutato Ciro Guarente a disfarsi in maniera macabra e inumana del cadavere di Vincenzo Ruggiero. Nel frattelpo Ciro Guarente è stato “cacciato” dal carcere di Poggioreale dove era arrivato un mese fa dopo un primo passaggio per Santa Maria Capua Vetere. E’ stato trasferito a Matera perché a Poggioreale è detenuto il padre di Vincenzo e anche se in padiglioni diversi la situazione stava diventando insostenibile.

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Articolo pubblicato il giorno 16 Settembre 2017 - 08:12

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