La sanzione di un anno di perdita di anzianita’ nei confronti del giudice di Napoli, Anna Scognamiglio e’ stata chiesta davanti al Csm dal sostituto procuratore generale della Cassazione Alfredo Viola per non essersi astenuta dall’occuparsi del processo civile per l’applicazione della legge Severino nei confronti del governatore campano Vincenzo De Luca, e per aver violato il dovere di riservatezza e riferito al marito notizie riservate apprese per servizio. Secondo l’accusa formulata dal Pg, il marito della Scognamiglio si avvaleva delle informazioni ricevute dalla donna “per accreditare la possibilita’ di condizionare le decisioni della moglie e dei giudici del tribunale in favore di De Luca”. L’obiettivo finale era quelle di “esercitare, tramite altre persone, pressioni” sul governatore e ottenere, in danno di altri candidati, la nomina alla presidenza di una Asl nella Regione Campania. “Si tratta di fatti di particolare gravita’ perche’ dall’esito delle decisioni della Scognamiglio dipendeva l’eventualita’ di una nuova chiamata alle urne della popolazione dell’intera Campania”, ha sottolineato il Pg Viola intervenendo oggi pomeriggio a Palazzo dei Marescialli e aggiungendo che “c’e’ stata una palese strumentalizzazione delle funzioni”. Per questo, il Pg ha chiesto una sanzione ‘pesante’ e che raramente viene comminata come quella della perdita di un anno di anzianita’. L’udienza e’ stata aggiornata al prossimo 17 ottobre. “Se sono colpevole, sono colpevole per aver vissuto insieme venti anni con un uomo che ha tradito la mia fiducia e quella della mia famiglia”, si e’ difesa Scognamiglio prendendo la parola e spiegando che il marito, dal quale ora e’ separata, “millantava”. “Non ritenevo di dovermi astenere – ha proseguito Scognamiglio – perche’ non ho mai ritenuto concrete le possibilita’ di mio marito di ottenere la nomina a presidente di una Asl per questioni di valutazioni e punteggio, e non ho mai pensato che la sua carriera dipendesse dalla nomina di De Luca”. Il prossimo 17 ottobre ci sara’ anche l’udienza penale nella quale Scognamiglio e il marito separato Guglielmo Manna sono imputati, a Roma, “per induzione indebita a dare o promettere utilità”.
Articolo pubblicato il giorno 21 Settembre 2017 - 20:42