David Gilmour a Pompei, lo scorso 7 e 8 luglio 2016, è stato senza dubbio l’appuntamento musicale più atteso e clamoroso di tutta la stagione concertistica. L’Italia in delirio: vecchie e nuove generazioni, insieme, accorse all’anfiteatro pompeiano per omaggiare l’ex Pink Floyd, vivendo antiche suggestioni e nuove emozioni. Questi due concerti saranno disponibili dal prossimo 29 settembre in un doppio cd live e un dvd/ blue-ray. Ma non finisce qui. Il regista Gavin Elder ha raccolto il meglio delle due serate in “David Gilmour Live At Pompeii” in programmazione il prossimo 13 settembre in tutto il mondo, mentre in Italia – e soltanto in Italia – sarà possibile vedere il film anche nei due giorni a seguire. L’evento è attesissimo: il nuovo film dell’evergreen David Gilmour pare abbia tutti i connotati per replicare il successo dell’indimenticato e indimenticabile “Pink Floyd Live At Pompeii” di Adrian Maben del 1972: un film considerato ancora oggi il migliore film rock di tutti i tempi. La proiezione di ieri sera, avvenuta in anteprima e in forma riservata nella multisala Vue West End di Londra, ha rappresentato un vero e proprio evento, una festa, che ha visto la partecipazione – insieme a Gilmour e alla sua famiglia – di tutti i musicisti che lo hanno accompagnato sul palco di Pompei. I primi dieci minuti del film sono dedicati a un documentario che racconta i retroscena del concerto pompeiano e che contiene una dichiarazione di David Gilmour sulle caratteristiche che cerca nei musicisti che sceglie, ai quali non basta essere dotati di particolari doti nel suonare ma è necessario che essi abbiano, sentano, trasmettano amore in quello che suonano. La scaletta si divide tra i più grandi successi dei Pink Floyd e le canzoni del Gilmour solista, in un accattivante e maestoso gioco di luci dove il protagonista indiscusso resta sempre e comunque il suono: potente e travolgente, da brivido e da capogiro, come un pugno ma anche come una carezza. “David Gilmour Live at Pompeii” rappresenta un momento cinematografico da fissare sulla linea del tempo. Un documento fondamentale e imprescindibile della storia del rock. E’, nell’accezione positiva, “another brick in the wall”, dove il mattone è il film e il muro la storia della musica.
Articolo pubblicato il giorno 6 Settembre 2017 - 12:33