Roma. Ancora tanti fronti aperti sul caso Consip e ormai l’inchiesta principale è come passata in secondo piano. In tarda serata è terminata, dopo quattro ore e mezza, l’audizione al Csm dei due procuratori aggiunti di Napoli Alfonso D’Avino e Giuseppe Borrelli. L’audizione si è svolta davanti alla prima Commissione che ha una pratica aperta sulla conduzione delle inchieste Consip e Cpl Concordia, per accertare eventuali irregolarità da parte del pm napoletano Henry John Woodcock. I due aggiunti sono andati via senza fare dichiarazioni. In una nota di Palazzo de’ Marescialli, diffusa dopo l’audizione si legge che i due aggiunti Borrelli e D’Avino hanno fornito alla prima commissione del Csm “elementi di utilita'” per il “prosieguo dei lavori” inerenti la pratica aperta sulla inchiesta Consip e Cpl Concordia. Inoltre la prima commissione fa sapere che domani deciderà il calendario dei successivi appuntamenti e se proseguire nelle audizioni e quali soggetti convocare. Fonti del Csm spiegano che i due aggiunti sono stati ascoltati separatamente, D’Avino più a lungo. Per quanto riguarda i contenuti dell’audizione le fonti interpellate li considerano meno rilevanti di quelle di Lucia Musti, Luigi Riello e Nunzio Fragliasso.
Nel corso della giornata la vicenda Consip ha continuato ad avere un ruolo di primo piano anche perchè la Procura di Roma ha deciso di aprire due fascicoli d’inchiesta, a carico di ignoti, per rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla pubblicazione dei contenuti di audizioni avvenute al Csm. Le verifiche del pool di magistrati della Procura romana retta da Giuseppe Pignatone riguardano due distinti episodi di diffusione di informazioni coperte dal segreto.
Ma proprio a proposito delle rivelazioni che riguardano il Procuratore di Modena Lucia Musti, stamane il magistrato ha ‘disconosciuto’ alcune delle frasi riportate dai giornali in questi giorni. “Rilevo che mi vengono attribuite alcune affermazioni, anche virgolettate, che io non ho fatto ovvero che, per come riportate, non rendono in modo fedele quanto da me riferito al Csm in audizione non pubblica, conseguente a convocazione”. Dice il procuratore Musti, dopo la fuga di notizie sull’inchiesta Consip, aggiungendo: “Sono a disposizione del Procuratore della Repubblica di Roma”.
Lucia Musti aveva – secondo quanto riportato – riferito dei suoi incontri con Sergio De Caprio, il capitano Ultimo, e il maggiore Gianpaolo Scafarto, nell’ambito delle due indagini Cpl-concordia e Consip, entrambe affidate alla Procura di Napoli e al pm Henri John Woodcock.
E proprio a proposito della posizione dei due carabinieri del Noe, anche la Procura militare sta seguendo la vicenda Consip, si tratterebbe solo di un monitoraggio delle fonti aperte, in particolare quelle pubblicate dai media, finalizzato a verificare se sussistono ipotesi di reato di competenza della procura militare.
Nella bagarre del caso Consip è giunta anche la notizia che la questione è stata oggetto di discussione, il 12 settembre, durante l’audizione del premier Paolo Gentiloni, presso il Copasir, insieme al caso Regeni e alla situazione libica. Sul tavolo gli ultimi sviluppi Consip legati al ruolo dei carabinieri e in particolare del maggiore Gianpaolo Scafarto, l’ufficiale del Noe sotto inchiesta per falso e rivelazione del segreto istruttorio nell’ambito del caso e del colonnello Sergio De Caprio, noto come capitano Ultimo.
De Caprio, in particolare, ha avuto un contratto con l’Aise, il servizio di intelligence estera, circa sei mesi fa, con un ruolo legato alla sicurezza interna, lasciando poi i servizi, su richiesta della stessa Agenzia, una volta divenuto noto il suo coinvolgimento nel caso Consip. Fonti vicine al comitato, sottolineano poi, come sia, comunque, prassi comune il fatto che durante la sua permanenza in forza all’Aise, De Caprio, abbia potuto contare su un gruppo di persone, tre o quattro, che avevano già lavorato con lui in passato, ad esempio al Noe. Sull’argomento, proprio oggi, il presidente della Commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto, ha reso noto di voler rivolgere una doppia interrogazione a ministri Pinotti e Orlando, su ruolo e ‘poteri’ dell’ex capitano Ultimo, chiedendo in particolare “se questa pratica di costruire intorno ad un capo appartenente all’Arma un corpo speciale evidentemente polivalente nella sua azione, visto che esso si è occupato prima di reati ambientali e poi addirittura di servizi informativi all’estero mantenendo la sua omogeneità, è comune”.
Dopo giorni di silenzio, stamane l’ex premier Matteo Renzi ha affidato a Facebook una sua dichiarazioni in merito alla vicenda che coinvolge il padre Tiziano Renzi e alcuni dei suoi uomini di fiducia, tra il quali il Ministro Luca Lotti. “Non amo il vittimismo. Non mi convince chi si piange addosso, chi ha sempre un alibi, chi vive di fantasie. Per questo sulla vicenda Consip non ho mai pronunciato parole quali golpe o complotto. Ho sempre detto una cosa diversa: pieno rispetto delle istituzioni, sempre. Ci sono delle ‘coincidenze’ strane in questa storia. Toccherà ai magistrati fare chiarezza. Noi aspettiamo la verità senza gridare”. Ha scritto su Facebook il segretario del Pd. “L’onestá per noi non è uno slogan da comizio: è un modo di vivere. E non ci rinunciamo per nulla al mondo. Aspettando la verità, ci troverete sempre e per sempre dalla stessa parte: quella del rispetto delle istituzioni, quella della giustizia e non del giustizialismo. Noi non siamo i populisti che urlano tanto e razzolano male. Noi siamo persone per bene. E dopo questa vicenda, forse, lo capiranno anche i nostri avversari”.
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