Roma. Consip, nei confronti di Romeo ci sono i ‘gravi indizi di colpevolezza’. Sono state pubblicate le motivazioni con le quali il tribunale del riesame ha disposto, lo scorso 16 agosto, la fine della detenzione per Alfredo Romeo e, secondo i giudici, nonostante manchino “attuali esigenze cautelari”, “i gravi indizi di colpevolezza” a carico dell’imprenditore “possono ritenersi sussistenti”. Romeo, arrestato con l’accusa di corruzione il 1 marzo scorso, era finito in carcere e, dopo cinque mesi ai domiciliari. Nel provvedimento, i giudici del riesame sottolineano la “tenuta del complessivo quadro indiziario” dei pm, pur evidenziando come sia venuto meno il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato da parte dell’imprenditore, il cui processo con giudizio immediato è fissato a partire dal 19 ottobre.
Il collegio presieduto da Gian Luca Soana, si legge nel provvedimento di 20 pagine, riconosce che “i gravi indizi di colpevolezza” di Romeo (centomila euro a Gasparri in tre anni) sono riconducibili non solo alla confessione dello stesso dirigente Consip, ma anche “su intercettazioni ambientali eseguite con modalità tradizionali nel periodo 3 agosto – 29 novembre 2016 nel corso del quale sono stati documentati ben 13 incontri tra i due”. Per i giudici competenti sulla legittimità delle misure restrittive emerge comunque “la figura di un imprenditore che dalla percezione di atteggiamenti di ostilità nei suoi confronti trae una ferma determinazione a fare ricorso a strumenti illeciti per perseguire le sue finalità affaristiche, così pervenendo a corrompere Gasparri al fine di usarlo come uomo di riferimento all’interno dell’istituzione pubblica”. Per il tribunale del riesame la rimessione in libertà di Romeo appare compatibile anche per il provvedimento con il quale Consip ha aveva deciso l’esclusione della Romeo Gestioni dai lotti del mega appalto Fm4.
Cuore del fascicolo su Romeo, infatti, è la gara FM4, di ‘facility management’, ovvero servizi per la Pa, del valore di 2,7 miliardi, bandita dalla centrale acquisti della pubblica amministrazione nel 2014 e suddivisa in 18 lotti, alcuni dei quali puntava ad aggiudicarsi Romeo. L’imprenditore prese parte alla gara per il lotto da 143 milioni di euro per l’affidamento di servizi in una serie di palazzi istituzionali a Roma, che andavano dalla pulizia alla manutenzione degli uffici. Per raggiungere il risultato, Romeo, secondo quanto detto Marco Gasparri ai pm, e ribadito in sede di incidente probatorio, avrebbe corrotto l’ex dirigente Consip con 100mila euro in tre anni, affinché gli desse una serie di informazioni indispensabili per avere la meglio sugli altri partecipanti. Nei diversi filoni dell’inchiesta Consip coordinata da piazzale Clodio, rispondono di rivelazione di segreto d’ufficio il ministro dello Sport, Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell’Arma Emanuele Saltalamacchia. Sono indagati per traffico di influenze oltre al padre dell’ex premier Tiziano Renzi, il suo amico imprenditore Carlo Russo, e l’ex parlamentare e consulente di Romeo, Italo Bocchino. Indagato anche per depistaggio il vice comandante del Nucleo operativo ecologico, Alessandro Sessa, mentre rispondono di concorso in violazione del segreto d’ufficio, in riferimento alle notizie pubblicate sulla stampa di atti riservati, il pm di Napoli Henry John Woodcock e la conduttrice di ‘Chi l’ha visto’ Federica Sciarelli.
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