“E vo pozz assicurà na cos c pigliamm tutt chell e o nuost”. E’ un altro dei messaggi sfida su uno dei profili facebook della famiglia Notturno e utilizzato da Nicola ‘ o chiatto, il 21enne massacrato con 10 colpi di pistola l’altra notte sotto la sua abitazione in via Ghisleri a Scampia. Il giovane rampollo, figlio del ras Raffaele in carcere da anni e nipote dei boss Vincenzo e Gennaro ‘o sarracino, diventato pentito da un mese, avrebbe pagato con la vita la sua sete di potere e la sua spavalderia mostrata sui social con le foto della bella vita in giro per l’Italia e l’Europa, lo sfoggio di lusso con Rolex, vestiti firmati e frequentazione di locali alla moda. Ma le voci raccolte dagli investigatori, che pure lo avevano avvisato negli ultimi tempi di rigare diritto, hanno fatto sapere nell’immediatezza dell’omicidio che Nick ‘o chiatto “Voleva fare tutto lui, proprio in questo periodo che si è saputo che tengono il pentito in casa…”. Ecco sta tutta qui la chiave di lettura del massacro. Da ieri gli uomini della Squadra Mobile di Napoli che stanno conducendo le indagini sotto il coordinamento della Dda di Napoli, hanno ascoltato parenti, amici, hanno effettuato perquisizioni, hanno ascoltato informatori. Il quadro a quasi 48 ore dall’omicidio è più chiaro. Le ipotesi investigative fin qui in campo sembrano essere tutte valide ma quella maggiormente seguita è quella che porta al clan Di Lauro, tornati di nuovo forti e che proprio con i Notturno hanno il dente avvelenato da anni. La vendetta per i morti della faida voluta tra gli altri dai familiari di Nicola, quando il 21enne ucciso, aveva pochi anni, è arrivata in momento di grande confusione in seno alla famiglia Notturno. Con una parte dei familiari dello zio neo pentito che ha seguito le sue scelte e si è fatta inserire nel programma di protezione e l’altra, compreso Nicola che ha preso subito le distanze. In questo scenario sarebbe stato più facile per i Di Lauro colpire in un territorio che conoscono bene. L’ipotesi che porta alla Vanella-Grassi o al clan Amato-Pagano sembra ricevere meno consensi da parte degli investigatori, anche se naturalmente non sono escluse, perchè i due cartelli criminali da tempo nemici dei Notturno che anche recentemente, sempre attraverso i social, hanno manifestato la loro alleanza con gli Abete-Abbinante, in questo momento storico hanno altri pensieri per la testa come la difesa nei processi di tutti i vertici in carcere come Umberto Accurso, zia Rosaria Pagano e il figlio minorenne,( per citare solo quelli più importanti) tutti e tre arrestati dallo scorso anno all’estate appena passata in diverse operazioni. Più percorribile invece la pista del messaggio alla famiglia Notturno per evitare che altri seguano l’esempio dello zio Gennaro. Anche se sul profilo di famiglia era comparsa la frase “Meglio perdere le ali della libertà che l’onore e la dignità”, chiaramente rivolta al recente pentimento di ‘o sarracino. Seguita poi da un’altra datata una settimana fa che recitava: “Ora non è il momento di pensare a quello che non hai pensa a quello che puoi fare a quello che ai” (scritto senza h ndr). Un fatto è certo chi ha ucciso Nicola Notturno conosceva bene non solo le sue abitudini, ma anche come muoversi in via Ghisleri, come inseguirlo e come finirlo. Sapendo di non correre rischi a quell’ora di notte. Sicuramente la giovane vittima è stato seguita da più persone per non destare sospetti. C’è stato chi ha avvisato il commando di killer che Nicola era uscito dal locale dove era andato a trascorrere la domenica sera, e c’è stato chi ha dato il segale del suo arrivo. Ma prima di arrivare a loro gli investigatori vogliono capire perché è successo e chi sono i mandanti.
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