E’ attesa per la prossima settimana la requisitoria del pubblico ministero del maxi processo che vede alla sbarra oltre cento imputati del clan Contini. Si tratta dei boss, killer, spacciatori, imprenditori, manovalanza. Insomma tutto quello che di illegale ruota attorno alla potentissima cosca di Eduardo Contini ‘o romano e del cognato Patrizio Bosti. La requisitoria del pm, visto il gran numero di imputati e quindi di posizioni processuali, impiegherà ben sei udienze. Dopo di che si passerà alle arringhe dei difensori. Se non ci saranno intoppi la sentenza potrebbe essere pronunciata entro la fine dell’anno.
Alla sbarra ci sono anche due famiglie imprenditoriali di grande spessore: sul fronte di Roma e in Versilia, i Righi; a Napoli, i Di Carluccio. Nel primo caso esperti in ristorazione, nel secondo nella gestione degli impianti di distribuzione di carburante. Accanto a questi due nuclei, come ha ricordato Il Roma, ce ne sono poi altre impiega- te nel settore dell’abbigliamento, in particolare a Prato, ma anche in quello dell’oreficeria partenopea. Tra i destinatari della maxi-ordinanza c’era infine l’intero diretto- rio della famiglia Contini, gestita per anni da Eduardo “’o romano”, in carcere dal 2007 e attualmente detenuto al regime del carcere duro. Destinatari della misura furo- no, tra gli altri, i ras Giuseppe Ammendola, latitante dal 2012 e boss del clan, Salvatore Botta e la moglie Rosa Di Munno, il nipote omonimo Salvatore Botta, il ras della droga Paolo Di Mauro, arrestato in Spagna nel 2010.Nel corso dell’ultima udienza il sostituto procuratore della Dda, Ida Teresi, ha depositato una nuova produzione documentale necessaria a sostenere l’impianto accusatorio: si è trattato soprattutto di alcune delle sentenze che negli anni hanno dimostrato l’esistenza della cosca del Vasto-Arenaccia. Nella prossima udienza la pubblica accusa dovrebbe infine depositare un ulteriore faldone, riguardante però gli Scissionisti del clan Amato-Pagano.
Articolo pubblicato il giorno 27 Settembre 2017 - 22:32