Torre Annunziata. “Gliel’ho detto ‘prepara i mille e cinquecento altrimenti ci darai cento euro a morto!”: c’era anche una ditta di pompe funebri nel mirino del ‘rinnovato’ clan Gionta capeggiato da Luigi Della Grotta e Vincenzo Amoruso, decapitato stamattina da un fermo emesso dalla Dda di Napoli e dai pubblici ministeri, Ivana Fulco e Sergio Ferrigno ed eseguito dai carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata. E’ negli ultimi mesi del 2016 che gli esattori Oreste Palmieri e Raffaele Passeggia, destinatari del decreto di fermo per associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni, su disposizioni di Della Grotta e Amoruso battono cassa nei confronti dei titolari di un’impresa di pompe funebri di Torre Annunziata. O millecinquecento euro al mese o cento euro a morto e per loro non era difficile capire quanti funerali avrebbero fatto i titolari della ditta. A svelare i propositi criminosi del clan le intercettazioni ambientali e il ‘racconto’ degli stessi protagonisti. In questo caso ‘Io gliel’ho detto ‘qua i morti te li fai tutti quanti tu’, hai visto come gliel’ho detto! Io lo picchio proprio. Caccia i .. ti do due schiaffi nelle tempie, ti schiaccio la testa! Tiene le telecamere e a chi vuole fare un b..? di Ci devi fare arrestare tu.. o no?”. La protervia e l’arroganza degli esponenti della cosca torrese è ai massimi livelli, alla fine del 2016. I soldi servono per mantenere i detenuti in carcere e gli emissari della cosca pretendono pagamenti veloci perchè ‘la gente deve andare a fare il colloquio (in carcere, ndr)’. Così sollecitano le vittime a pagare il prima possibile. Il clan Gionta – hanno appurato le indagini – ha una nuova testa e quella testa è rappresentata da Amoruso e Della Grotta. L’unica contrapposizione che tengono in piedi è quella con la frangia dei ‘Pisielli’ del clan Gallo-Cavalieri per la gestione e il controllo delle attività illecite, poi la cosca è riuscita a intessere patti di non belligeranza con tutte le cosche dei paesi limitrofi. Sono Della Grotta e Amoruso a prendere il comando dopo la scarcerazione, tenendo conto che sono detenuti i capi storici: Valentino Gionta senior, Aldo Gionta, Pasquale Gionta e Gemma Donnarumma. Sono stati loro a decidere le strategie criminali negli ultimi due anni, secondo l’antimafia che ha emesso il decreto di fermo eseguito stamattina e che ha portato all’arresto:
Luigi Della Grotta, alias ‘Gigino Panzarotto’, 48 anni
Vincenzo Amoruso, alias Nzrrill o Nzerrino, 47 anni
Pietro Izzo, detto ‘il boss dei tredici quartieri’, 41 anni
Ciro Nappo, detto ‘Ciruzz cap r’auciello’, 44 anni
Catello Nappo, 24 anni
Oreste Palmieri, detto ‘Salvatore’, ‘Tore’ o ‘Sasà ‘o luong’, 32 anni
Raffaele Passeggia, detto ‘Zimbariello’ o ‘Padre Pio’, 57 anni
Luigi Caglione, detto ‘Gino Canale cinque’, 51 anni
Raffaele Abbellito, detto Ciaciello, 46 anni
Salvatore Ferraro, alias ”o capitano’, 53 anni
Valerio Varone, 39 anni di Pompei
Leonardo Amoruso, detto ‘Nando’, 43 anni
Rosaria Federico
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Articolo pubblicato il giorno 6 Settembre 2017 - 19:12 / di Cronache della Campania