Grazie agli equilibristi Enzo De Vito, Massimiliano Taccone e Raffaele Biancolino la corda tirata dal presidente e dall’allenatore è meno tesa. Al botta e risposta provocato dalla sconfitta di Cremona, è ieri seguito un fugace confronto propiziato dalla mediazione dei direttori e dell’ex bomber. Il ghiaccio, anche se non ancora in maniera definitiva, è stato rotto nel chiuso dello spogliatoio, prima e dopo l’allenamento. In mezzo c’è stato l’intervallo del test contro la Primavera che il patron ha seguito attentamente dalla tribuna stampa osservando dall’alto i movimenti di Novellino e dei suoi ragazzi. È stato questo il modo migliore per stemperare gli animi, chiarirsi e ripartire con maggiore unità d’intenti verso un obiettivo che resta comune. Tra due giorni l’avversario da affrontare, e possibilmente battere, non è interno ma ha le sembianze del Foggia di Giovanni Stroppa. Un ostacolo che presenta una serie di insidie sia sotto l’aspetto tattico che fisico. Il 4-3-3 dei satanelli, sebbene non di conio zemaniano, in fase offensiva resta pungente e prolifico. Quanto basta per destare preoccupazione ad un Avellino finora troppo vulnerabile che ha incassato. Nel minitest di ieri, due tempi da 20 minuti, conclusosi con il punteggio di 2 a 0 per la prima squadra, Novellino ha mandato in campo diverse seconde linee. Nel primo tempo, davanti a Lezzerini, ha schierato una difesa sperimentale composta da Ngwa, Pecorini, Kresic e Falasco con in mediana Camarà, Moretti, D’Angelo e Bidaoui a ridosso di Castaldo e Asencio. I due attaccanti sono entrambi andati in gol nella ripresa. Poche le novità della seconda frazione che si sono limitate al giovanissimo Pozzi, impiegato tra i pali al posto di Lezzerini, a Marchizza, provato al fianco di Kresic, e a Falasco spostato in posizione più avanzata a sinistra con alle spalle Ngwa.
Articolo pubblicato il giorno 7 Settembre 2017 - 09:00