Grande partita, per una grande partenza, bruciante, da Red Bull, tanto per riesumare un riferimento da Formula 1, che ci ha fatto stare davanti per tutto il tempo della gara, sfruttando i propulsori, ovvero gli attaccanti, al massimo per la benzina pompata dal resto della meccanica, il resto della squadra – commenta Novellino – potendola così gestire e condurre con attenzione, accortezza e quindi assolutamente e obbligatoriamente da dedicare a tutti i ragazzi». «Pensavo – prosegue il tecnico – che i pugliesi avrebbero impostato una gara diversa, ma dal canto nostro, l’aggressività l’avevamo già preparata, trovando nell’applicazione l’uno contro uno con Molina e Bidaou e questo ci ha dato ampiezza, anche se si è subito visto, dal calcio d’inizio che eravamo pronti e decisi a premere sull’acceleratore e questo era il quadro di una condizione fisica e mentale ottimali. La reazione dopo la sconfitta immeritata di Cremona c’è stata, con una vittoria conquistata sul campo, a spazzare via polemiche francamente infondate, furtto solo di stimoli a far meglio, di amore a far bene da parte del presidente e ovviamente da parte nostra a tradurre il tutto. Ed oggi il campo giudice di tutto, l’ha dimostrato». Carattere aggiunto alla tecnica di un Avellino che potrebbe diventare la mina vagante per la B? «Perchè no – aggiunge Novellino – ; nella mia vita da calciatore e da allenatore non ho mai vinto senza aver lottato perchè la passione rende tutto più facile, ma ora bisogna tagliare il primo traguardo, quello dei cinquanta punti salvezza». La gara. «Avevamo lavorato tantissimo su alcuni giocatori del Foggia ma non sapevo che Stroppa schierasse un 3-5-2 e quindi ai ragazzi ho chiesto, anzichè aspettare i pugliesi, di andarli a prendere alti: se si gioca a tre non si ha un gran palleggio». La differenza sono stati i passaggi. «Credo molto nel possesso palla, importantissimo nella verticalizzazione e quando hai giocatori forti come Bidaoui, bruciante nell’uno contro uno e gente come Molina sull’altro out, viene tutto più facile», ammette Novellino che spiega di essere felicissimo dell’abbondanza in squadra: io ho molto rispetto di tutti e tutti avranno spazio». Ambientamento a tempo di record per Leonardo Morosini, tre gol in due gare, entrato in meccanismi e strutture di gioco nuovi che urgeva metabolizzare al più presto. «È la cultura del lavoro quella che ripaga; in settimana dopo l’allenamento mi fermo col mister a parlare, a confrontarmi, cose utilissime per accelerare un processo di adattamento che è quasi ultimato, grazie soprattutto al contributo dei nuovi compagni che ringrazio, un gruppo sano, tana di tranquillità, ma anche fucina di applicazione per poter centrare traguardi importanti», rivela Morosini che su quanto si è detto con i compagni assistendo in tv a Pescara-Frosinone di sabato sera come ha svelato Novellino, dice: «Abbiamo capito tutti che le gare in B non finiscono mai, considerazione che ha avuto l’applicazione oggi, che ci ha visto tener alta la tensione fino alla fine. Brava l’artiglieria pesante, incarnata ad hoc da Ardemagni e Castaldo, ma anche gli esterni sono stati provvidenziali, ovviamente con il contributo di tutta la squadra».
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