Ennesima nottata critica nelle carceri del Lazio. Nella casa circondariale di Rieti, un nigeriano in attesa del giudizio di primo grado ha dato fuoco alla stanza detentiva, dopo che erano intervenuti il medico e il personale sanitario, e ha rotto tutto cio’ che aveva intorno lanciando all’indirizzo degli agenti armadietti e sgabelli. Non e’ stato facile per gli uomini della polizia penitenziaria riportare la calma: alla fine il nigeriano e’ stato bloccato, ma alcuni agenti, presi a calci e pugni, hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche. Alcune ore prima, invece, nella casa circondariale di Civitavecchia, un detenuto che diversi giorni fa aveva dato fuoco alla sua stanza detentiva e al quale era stata revocata la sorveglianza a vista nonostante il ricovero in infermeria per patologie psichiatriche, e’ riuscito a recuperare un accendino e ha dato fuoco alla cella. Anche in questo caso il personale di polizia penitenziaria, intervenuto per metterlo in sicurezza, e’ stato aggredito. Alla fine sono stati quattro gli agenti feriti. Per il segretario generale aggiunto CISL FNS Massimo Costantino, che ha denunciato questi due episodi, “l’inefficienza dell’amministrazione penitenziaria nonche’ di chi ha portato alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari sta permettendo che le carceri diventino giorno dopo giorno veri e propri manicomi con la polizia penitenziaria che rischia la propria vita per contrastare un fenomeno senza uomini, mezzi e attrezzature come quelle che erano previste per gli opg”.
Articolo pubblicato il giorno 9 Settembre 2017 - 08:45