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Alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Veleno: un film di Diego Oliveras

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Diego Olivares presenta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia il suo nuovo film “Veleno”. Dal 14 settembre al cinema, il film è prodotto da Bronx Film, Minerva Pictures e Tunnel Produzioni in collaborazione con Gesco Gruppo di Imprese Sociali, Rai Cinema, Sky Cinema e Film Commission Regione Campania, distribuito da Altrestorie. Un lungometraggio che racconta l’esperienza delle mamme che vivono tra le province di Napoli e Caserta, dramma che si incarna in Rosaria, una donna coraggiosa interpretata da Luisa Ranieri. Cosimo (Massimiliano Gallo) è invece il simbolo della resistenza alla devastazione ambientale e del legame profondo con la terra e i suoi prodotti, l’anti-ecomafia sociale di chi in quelle terre ci vive e lavora. Gli attivisti della Campania hanno deciso di investire in questa storia e di riconoscere nella narrazione di “Veleno” una descrizione fedele delle loro lotta in difesa della terra e dell’ambiente. Marzia Caccioppoli , presidente dell’Associazione Noi Genitori di Tutti Onlus, vive in provincia di Napoli, ha perso suo figlio a seguito di un tumore. “Sopravvivo lottando contro la devastazione compiuta in quelle terre – dice – e Veleno mette alla luce ancora una volta la sofferenza di chi non vuole abbandonare la sua terra ma sceglie di restare e lottare, spesso purtroppo a discapito della propria salute. Al dramma se ne aggiungono altri che ci stringono in una morsa senza via di uscita. Ma la Terra dei Fuochi esiste ancora, è ancora qua”.
Antonio Giordano è un medico napoletano, presidente dello Sbarro Institute di Philadelfia, lavora negli Stati Uniti ma è da sempre impegnato nella ricerca medica sulla Terra dei Fuochi. “Veleno – spiega – è un film necessario, che riporta l’attenzione dell’opinione pubblica al tema dei rifiuti tossici e all’aumento dei tumori in Campania, una questione mai risolta. Una storia che pone interrogativi attuali, evidenziando uno scontro tra coloro che speculano sulla terra senza nessuno scrupolo e tra quanti vorrebbero proteggerla, difenderla e tramandarla ai figli. Una storia che, correttamente, collega l’aumento delle patologie tumorali all’avvelenamento di acqua, aria e suolo con sostanze cancerogene come cromo esavalente, benzene, vapori di idrocarburi, fumi, amianto, diossina, cloruro di vinile, polveri fosforite e pirite. Una storia che mi riporta ai miei studi, all’aumento totale della mortalità per cancro, che appare drammatico in alcune forme neoplastiche. Il film mi lascia sperare perché denuncia con impeto il rapporto cancerogenesi-ambiente, un rapporto purtroppo negato o sminuito da una parte della classe politica”. Enzo Tosti è il portavoce della rete Stop Biocidio, attiva nel territorio della Terra dei Fuochi: “Questo film è la risposta a chi ci chiedeva dove eravamo quando sversavano i rifiuti tossici nelle campagne: eravamo là a non chinare la testa. Nei personaggi di Massimiliano Gallo e Luisa Ranieri – spiega – ho rivisto la paura, quella che provo anche io e tanti attivisti dei comitati, ma al tempo stesso il coraggio, perché se non provi la paura non troverai mai il coraggio. A differenza di molti tentativi cinematografici e documentaristici che ci sono stati negli ultimi anni, Veleno traccia attraverso una storia quotidiana il solco del peso del potere delle ecomafie in Terra dei Fuochi e l’irriducibilità di chi decide di ribellarsi”.

Articolo pubblicato il giorno 8 Settembre 2017 - 16:05
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