“Il vaso di Python deve tornare in Italia” – così afferma il direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, riferendosi alla vicenda del vaso apulo attribuito all’autore Python di età classica esposto al Met di New York, di cui si sospetta una illecita provenienza. “Se si dovesse confermare quanto ipotizzato, – prosegue Zuchtriegel – cioè che si tratta di un vaso pestano da uno scavo illegale in Italia, non ci possono essere dubbi: il vaso di Python deve tornare in Italia. Va analizzato e studiato per poi eventualmente essere esposto”. “Purtroppo la vicenda non mi stupisce: a Paestum gli scavi clandestini sono stati devastanti, con centinaia se non migliaia di tombe trafugate negli ultimi decenni. – aggiunge ancora il direttore del Parco Archeologico- Il pittore a cui si attribuisce il vaso del Metropolitan è uno dei pochissimi noti a noi con il proprio nome, Python, e operava a Paestum nel IV sec. a.C. Molti vasi a firma sua sono stati scavati nelle tombe del VI secolo a.C. intorno a Paestum. Comunque molti di più ancora sembrano essere stati trafugati dai clandestini”. “Sarebbe interessante sapere di più anche su un altro pezzo esposto nel Metropolitan, – conclude Zuchtriegel – una lastra affrescata con cavaliere, che è entrata nelle collezioni del museo solo nel recente 1994: come e da dove esattamente non ci è dato sapere. La didascalia l’identifica come lucana, ma gli esperti del settore, tra cui la professoressa Angela Pontrandolfo, convengono nell’attribuirla a Paestum. Ci si chiede perché la storia di questo oggetto non venga resa nota. Il problema vero dietro tutto ciò è che finché c’è chi compra antichità senza preoccuparsi troppo della provenienza, gli scavi clandestini continueranno a soddisfare la domanda e a devastare il patrimonio italiano”.
Articolo pubblicato il giorno 3 Agosto 2017 - 19:25