Una vacanza che si e’ trasformata in tragedia per un turista italiano negli Stati Uniti. Carlo Marigliano e’ stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Little Rock, in Arkansas, che negli ultimi mesi sta sperimentando un’esclation di violenza, con 37 omicidi dall’inizio dell’anno. Il suo corpo senza vita – riportano i media locali – e’ stato scoperto venerdi’ scorso: Marigliano e’ stato rinvenuto a bordo della sua auto noleggiata, una Jeep Grand Cherokee. Il 31enne napoletano era negli Stati Uniti per visitare alcuni parenti: la sua meta era Miami, dove avrebbe dovuto ricongiungersi con la moglie i suoi due figli. Le autorita’ locali hanno avviato indagini per ricostruire la dinamica l’accaduto: “stiamo indagando” dice la polizia. “Vogliamo sapere cosa e’ accaduto, perche’ e’ accaduto” afferma Gianni Sulmone, cugino di Marigliano, in un’intervista alla tv locale Channel 7. “Non sarebbe mai dovuto accadere” aggiunge. La famiglia di Marigliano e’ giunta negli Usa, dove puo’ contare sull’assistenza del consolato italiano di Houston. Nei giorni scorsi e’ stata sentita dalla polizia, e l’obiettivo dei familiari e’ riportare la salma in Italia. Un aiuto in questo senso arrivera’ dai colleghi-tassisti del padre di Marigliano: i tassisti napoletani stanno infatti avviando una raccolta fondi per facilitare il rimpatrio del ragazzo. Carlo Marigliano era sposato e con due figli, e la vacanza negli Stati Uniti per visitare alcuni parenti si inseriva nel suo sogno di trasferirsi negli Usa. Secondo quanto riferito dai colleghi del padre, Marigliano aveva lavorato prima in una salumeria, poi aveva cercato di seguire le orme del papa’ e diventare tassista. Ultimamente sembra lavorasse come agente di commercio. L’omicidio di Marigliano rientra nella lunga scia di sangue di Little Rock, dove solo nell’ultime settimana sono state uccise cinque persone, portando il bilancio da inizio anno a 37. Una strage continua a cui la citta’ piu’ popolosa dell’Arkansas, lo stato di Bill Clinton, non e’ abituata. La polizia ha chiesto aiuto alla comunita’ locale per cercare di risolvere gli omicidi. “Abbiamo bisogno di aiuto per risolvere questi casi” e’ l’appello lanciato dal luogotenente Steven McClanahan. Per ora le indagini proseguono.Sempre secondo il racconto del padre, che si e’ diretto negli States subito dopo l’omicidio, sembra che Marigliano abbia noleggiato l’auto proprio per raggiungere i suoi parenti: alcuni cugini farebbero parte delle forze dell’ordine americane. I tassisti napoletani stanno avviando una raccolta fondi per consentire alla famiglia il rientro della salma in Italia. La vittima è il figlio di Ciro Marigliano, tassista per la cooperativa Consortaxi di Napoli, noto a tutti con il suo alias di “Gatto napoletano”.
E’ un personaggio noto tra i tassisti della cooperativa Consortaxi di Napoli per cui lavora. Un giocherellone. Si diverte a girare video in compagnia dei turisti che scarrozza per le strade della città. Ce n’è, per esempio, uno in cui intona funiculù funiculà insieme a una comitiva di viaggiatori asiatici. Ma il suo cavallo di battaglia è lo scherzo del «gatto napoletano». Riproduce il miagolio di un felino domestico grazie a un registratore ben nascosto e blocca le persone: «aiutatemi a recuperarlo», l’appello. Finge che il gatto si trovi ovunque: tra le casse di frutta, sopra un albero e soprattutto sotto la carrozzerria del suo fidato taxi. Ci cascano in tanti: alla stazione centrale, al molo Beverello, a Pompei. Quando svela il trucco, gli applausi. Una goliardata ricorrente in decine di filmati, girati da Ciro e postati sulla piattaforma dedicata alla condivisione dei video. Risate che hanno fatto conquistare al tassista la simpatia dei colleghi. In tanti in queste ore stanno condividendo decine di messaggi di solidarietà per il suo lutto, su YouTube e Facebook. «Siamo molto dispiaciuti per la perdita», dice al Mattino un addetto di Consortaxi raggiunto al telefono. «Ciro ha davvero un cuore d’oro».
Il consolato generale d’Italia a Houston segue sin dall’inizio, in stretto raccordo con l’ambasciata a Washington e la Farnesina, il caso del connazionale ucciso a Little Rock in Arkansas. La sede consolare e’ in contatto costante, oltre che con le autorita’ locali, con la famiglia del giovane per prestare ogni possibile assistenza. Lo si apprende da fonti della Farnesina.
Articolo pubblicato il giorno 4 Agosto 2017 - 00:07