I “Barbudos” del rione Sanità avevano creato un’alleanza con i Mazzarella, con i Sequino e con il gruppo della famiglia Staterini. E’ quanto emerge dalle 458 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata la settimana scorsa dal gip Francesca Ferri. Le intercettazioni ambientali a Milano nella casa dove il reggente Antonio Genidoni stava scontando gli arresti domiciliari e quelle telefoniche sui cellulari “citofono” utilizzati dal clan soprattutto per inviare sms ha consentito agli investigatori di ricostruire gli scenari inediti di un pezzo di storia della camorra napoletana prima e dopo il duplice omicidio dell’aprile scorso in via Fontanelle al rione Sanità. I telefoni intercettati dai carabinieri venivano utilizzati come “citofoni” dagli utilizzatori per lo scambio di messaggi fra Antonio Genidoni, Raffaele Cepparulo, Vincenzo ed Emanuele Staterini (padre e figlio uccisi a Giugliano lo scorso anno), il boss Salvatore Barile reggente del clan Mazzarella ed un membro del clan Sequino. Dalle indagini, è emersa la volontà di Genidoni di eliminare il clan Vastarella: ” … chist anna vè nata mazzata sti sciem … “., dice il boss in una intercettazione. Ma le comunicazioni effettuate tramite i messaggi intercettati, confermano come lo stesso Genidoni Raffaele “Ultimo” Cepparulo continuava ad essere assai preoccupato per l’incolumità di Raffaele “Ultimo” Cepparulo, come di quella delle altre persone che gli erano vicine. In più occasioni il capo dei “Barbudos” lo esortava a stare attento ed a non uscire avendo saputo del proposito dei Vastarella di eliminarlo, addirittura consigliandogli di rimuovere la localizzazione da facebook. Alla fine, troverà ospitalità presso un’abitazione degli Staterini. Non a caso dice Genidoni “…quello a Raffaele lo buttano proprio laggiù … quello è il primo mo’ che vanno a colpire, perché quelli solo a lui sanno dove sta di casa, il resto non sanno a nessuno dove stanno di casa … quello non ha capito lo scemo … io ora non gli posso dire niente, perché quello trova la scusa “io dove vado?”. Ma appena prendo la casa ”guaglio’ o te ne vieni qua o se no fatti la valigia, tu con noi non ci stai, perché io la responsabilità di te non la voglio … io non ti voglio portare sopra alla coscienza…”. Già in precedenza Cepparulo era scampato ad altri agguati. Venivano registrati anche messaggi tra Genidoni e Francesco Spina ed infine vengono monitorate le reazioni di Genidoni alla notizia dell’uccisione del padre e del fratello di Emanuele Salvatore Esposito: “… devo solo vedere di non farmi arrestare … però qua non posso stare … perchè qua sicuramente fanno qualche blitz mo! Adesso stanno … incomp … subito…” Genidoni manifestava tutta la sua preoccupazione per un eventuale suo imminente arresto “perché se mi arrestano e un guaio … “. Sulla base delle conversazioni intercettate sui ‘citofoni’ i carabinieri ricostruiscono i legami che emergono all’indomani del duplice omicidio del 22 aprile 2016. In particolare, a partire dal 27 aprile 2016, si registra la preoccupazione di Genidoni per gli Staterini che invita a stare attenti in quanto nella mattinata c’era stato il funerale del parente. Così scrive in un sms: ” … Ok tieni occhi apert stamatin anno atteri parente … ” I parenti di cui parla Genidoni sono i Vastarella che, a seguito del duplice omicidio, avrebbero potuto organizzare una vendetta che poteva coinvolgere gli uomini vicini allo stesso Genidoni. Come Vincenzo Starerini, nonostante sia fratello di Addolorata Staterini moglie di Patrizio Vastarella. (cosa che poi è avvenuta in un bar di Giugliano il 25 maggio scorso quando con Vincenzo”Piccoletto” Starerini è stato ucciso anche il figlio Emanuele).
I rapporti tra gli Staterini e Genidoni sono confermati anche dalla circostanza che proprio Staterini stava procurando delle armi a Genidoni e difatti gli diceva che una terza persona già aveva portato “la modificata” e domenica sera avrebbe dato l’altra; contestualmente lo invitava a far prelevare l’arma ” … Amo senti questo a portato solo la modificata a detto a giorni porta altra la vuoi mandare a prendere subito fuori da nonna pero se eviti di mandare cir e meglio lo conoscono .. Domenica
sera cida buona … Aspe telasto mandando io … ” .Nel pomeriggio del 29 aprile Cepparulo si lamentava con Genidoni per la mancanza di fondi ” … Comm cazz ammafa p fa na spaccim e cose sord ka ka stamm nguaiat … ” e questi lo esortava a prendere a malo modo un soggetto, non meglio specificato, che avrebbe dovuto consegnargli delle somme, verosimilmente frutto di un’estorsione: ” … Questo dei sord ca fatt…Prendilo malament … “.
Antonio Esposito
1.continua
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(nella foto da sinistra Antonio Genidoni, Salvatore Barile, Salvatore Sequino, Vincenzo Staterini)
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